rassegna stampa di giovedì

l’annuncio della nostra iniziativa di sabato ha creato un po’ di polemiche sui giornali locali con la presa di posizione del vicesindaco Sorrentino. Ecco gli articoli apparsi sui quotidiani locali giovedì 1 novembre:

dal giornale di vicenza

LA PROTESTA. Sabato davanti a palazzo Trissino iniziativa del
Coordinamento studentesco e del capannone sociale

Uno spritz “a cielo aperto” contro l’ordinanza anti-alcol

di Gian Marco Mancassola

Uno spritz open air per dire no al proibizionismo e all’ordinanza
anti-alcol. Se ne vedranno delle belle sabato pomeriggio davanti a
palazzo Trissino, quando andrà in scena l’aperitivo all’aperto offerto
dal Capannone sociale e dal Coordinamento studentesco per protestare
contro la tolleranza zero voluta dall’amministrazione comunale.
«Facciano pure, si attireranno le antipatie di tutti i vicentini che
approvano questo provvedimento», replica il vicesindaco e assessore alla
Pubblica sicurezza Valerio Sorrentino, promotore delle misure
analcoliche che stanno facendo scuola in tutta Italia. «Anzi – prosegue
Sorrentino – visto che ci sono si facciano anche una canna: già godono
di poco consenso, così ne avranno ancora meno».

«In questo periodo – spiegano i promotori della protesta creativa –
molte amministrazioni comunali stanno facendo a gara a chi sforna più
provvedimenti securitari possibili contro il degrado e per aumentare il
decoro delle nostre città. Improvvisamente lavavetri, mendicanti,
prostitute, barboni, writers, rom, immigrati, giovani che bevono un
aperitivo in piazza diventano emergenza sociale e di conseguenza vanno
repressi, cacciati dalla vista dei cittadini. L’ultima trovata è quella
della coppia Hüllweck-Sorrentino, che con un’ordinanza hanno vietato di
detenere e consumare sostanze alcooliche in tutti gli spazi pubblici
comunali ad eccezione degli spazi adiacenti ai bar e ai locali pubblici.

Questa ossessione per il decoro e per la “città vetrina” mira a
nascondere i problemi, ma non li risolve di certo. In una città tra le
più inquinate d’Italia, dove vogliono costruire la base militare
straniera più grande d’Europa e dove si fa fatica ad arrivare a fine
mese, l’emergenza non è certo rappresentata da chi beve una birra per
strada o al parco. Per queste ragioni abbiamo organizzato un presidio
sabato 3 novembre a partire dalle 17.30 in corso Palladio davanti
all’entrata di palazzo Trissino per offrire alla cittadinanza un
aperitivo e quindi violare tutti assieme e pubblicamente l’ordinanza
comunale di Sorrentino».

«Trattandosi di una manifestazione – risponde l’assessore – toccherà al
questore decidere sull’autorizzazione. E voglio proprio vedere se verrà
concesso di violare un’ordinanza comunale».

 

dal gazzettino

Manifestazione del Coordinamento studentesco e del Capannone sociale
sabato sotto al Comune: «Offriremo ai cittadini anche vin brulè»

Spritz di protesta davanti a palazzo Trissino

«Vogliamo dire no all’ordinanza anti-alcol del sindaco, che non rende
migliore la città ma ne nasconde i problemi»

Un "Happy hour" in corso Palladio per protestare contro l’ordinanza che
vieta gli alcolici nelle aree pubbliche. È quel che annunciano Capannone
sociale e Coordinamento studentesco che per sabato pomeriggio intendono
organizzare «un aperitivo per la cittadinanza» davanti a palazzo
Trissino, sede del Comune. Obiettivo, «violare tutti assieme e
pubblicamente l’ordinanza comunale di Sorrentino», bollata come
«provvedimento di facciata».

«Spritz e vin brulè per tutti a partire dalle 17.30», annunciano i
rappresentanti dei due movimenti. Ma sembra ci sia poco cui brindare,
stando a quanto fanno sapere: «Questa ossessione per il decoro e per la
"città vetrina" mira a spostare i problemi o a nasconderli dalla vista
dei cittadini, ma non li risolve di certo», si legge in un comunicato
stampa dei due gruppi. «In una città tra le più inquinate d’Italia, dove
vogliono costruire la base militare straniera più grande d’Europa e dove
si fa fatica ad arrivare a fine mese, l’emergenza non è certo
rappresentata da chi beve una birra per strada o al parco. Siamo stanchi
di questa continua criminalizzazione di sempre più comportamenti
sociali». E Teo Molin Fop, rappresentante del Coordinamento studentesco
precisa: «Che ci sia un problema di abuso di alcol è innegabile, ma non
è con questi divieti che si risolve. La gente se vuole bere, si sposta o
consuma gli alcolici a casa propria».

I giovani del Capannone sociale e del Coordinamento studentesco sono
contrari al giro di vite che l’amministrazione comunale ha dato all’uso
di alcolici con il divieto di consumarli negli spazi pubblici, uniche
eccezioni i plateatici e le aree prospicienti i bar e i ristoranti
durante gli orari di apertura e limitatamente alle bevande somministrate
dagli stessi gestori. Contro l’ordinanza, che per i trasgressori prevede
multe fino a 500 euro, gli organizzatori della protesta intendono
mettere in scena una «violazione simbolica, sabato offriremo da bere
alla gente. Non vuole essere un inno all’alcolismo, ma un invito al
buonsenso».

Laura Pilastro

SORRENTINO

«È un’iniziativa fuori legge, parlerò con il questore»

«Una manifestazione contro l’ordinanza anti alcol? Ne parlerò con il
questore, e onestamente spero venga vietata».

L’assessore alla sicurezza Valerio Sorrentino commenta così l’annunciata
iniziativa di Capannone sociale e Coordinamento studentesco che, in
barba all’ordinanza, propongono un aperitivo collettivo davanti a
palazzo Trissino. L’appuntamento "alcolico" è fissato per domani alle
17.30, l’obbiettivo dichiarato è quello di violare pubblicamente il
provvedimento comunale «per dire basta al proibizionismo, al controllo e
a tutte queste logiche securitarie». Nel mirino c’è, appunto, la
recentissima ordinanza comunale che vieta la detenzione ed il consumo di
alcolici in tutte le aree pubbliche del capoluogo e che ha portato
Vicenza sotto i riflettori nazionali come la prima città "astemia"
d’Italia. Un provvedimento, questo, preso dall’amministrazione dopo le
numerose lamentele di molti cittadini ed è per questo che per Sorrentino
le accuse dei promotori dell’iniziativa »non meritano assolutamente una
risposta».

E non meritano risposta perché «se c’è un’ordinanza che è stata ben
accolta dai vicentini è proprio questa: siamo intervenuti con uno
strumento di questo tipo per dare una risposta concreta alle richieste
di maggiore sicurezza dei nostri cittadini».

Un’ordinanza che sta per essere infranta proprio davanti ai cancelli
comunali. «È una questione di ordine pubblico e come tale è di
competenza della Questura – dice il vicesindaco – Come amministrazione
non possiamo intervenire per bloccare la cosa, ma ne parlerò sicuramente
con il questore e spero che questa iniziativa non venga autorizzata,
dato che viene fatta in palese violazione di una ordinanza comunale».

Roberta Labruna 

 

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Aperitivo contro i divieti!!!

SABATO 3 NOVEMBRE 2007
PRESIDIO CONTRO L’ORDINANZA COMUNALE SUGLI ALCOOLICI
VICENZA CORSO PALLADIO davanti a PALAZZO TRISSINO dalle 17.30

UN APERTIVO CONTRO I DIVIETI E LE ORDINANZE SECURITARIE!

In questo periodo molte amministrazioni comunali stanno
facendo "a gara" a chi sforna più provvedimenti securitari possibili
contro il degrado e per aumentare il decoro delle nostre città.
Improvvisamente lavavetri, mendicanti, prostitute, barboni, writers,
rom, immigrati, giovani che bevono un aperitivo in piazza diventano
emergenza sociale e di conseguenza vanno repressi, cacciati dalla vista
dei cittadini. L’ultima trovata è quella della coppia
Hullweck-Sorrentino, che con un’ordinanza hanno vietato di detenere e
consumare sostanze alcooliche in tutti gli spazi pubblici comunali
(strade, parchi,etc..) ad eccezione degli spazi adiacenti ai bar e ai
locali pubblici.

A dire la verità questa giunta non è nuova a
provvedimenti del genere, basta ricordare le ordinanze contro i
bivacchi a campo marzo, contro i mendicanti, la chiusura dei call
center e la repressione degli spazi sociali. Questa ossessione per il
decoro e per la "città vetrina" mira a spostare i problemi o a
nasconderli dalla vista dei cittadini, ma non li risolve di certo.
Inoltre crea ad arte dei nuovi "pericoli sociali" da reprimere e con
cui giustificare più proibizionismo e controllo. In una città tra le
più inquinate d’Italia, dove vogliono costruire la base militare
straniera più grande d’Europa e dove si fa fatica ad arrivare a fine
mese, l’emergenza non è certo rappresentata da chi beve una birra per
strada o al parco.

Siamo stanchi di questa continua
criminalizzazione di sempre più comportamenti sociali, come non
possiamo accettare la presenza dei cani antidroga fuori e i controlli
delle forze dell’ordine dentro le scuole superiori. Si tratta di
un’iniziativa ispirata da un’idea reazionaria e autoritaria aliena da
ogni logica di prevenzione e di riduzione del danno che tutti hanno il
dovere di rigettare con indignazione, perchè in una scuola circolano
saperi, non criminali. L’idea che i luoghi di formazione, crescita,
confronto e critica siano presidiati, controllati e perquisiti dalle
forze dell’ordine ci spaventa, non perchè non ci si potrà più fumare le
"canne" a scuola(come molti potrebbero pensare), ma perchè si vuole
introdurre anche negli istituti superiori la mentalità da "Grande
Fratello", ossia la volontà di controllare ovunque i tuoi movimenti, le
tue relazioni con gli altri. Avvengono così inaccettabili monitoraggi e
valutazioni compiuti in base ad atteggiamenti, quindi altamente
pregiudiziali e contrari ad ogni etica pedagogica di crescita e
formazione, che dovrebbero essere centrali all’interno delle scuole.

Per queste ragioni abbiamo organizzato un presidio SABATO 3 NOVEMBRE a
partire dalle ore 17.30 in CORSO PALLADIO davanti all’entrata di
PALAZZO TRISSINO per offrire alla cittadinanza un apertivo e quindi
violare tutti assieme e pubblicamente l’ordinanza comunale di
Sorrentino che vieta di bere alcoolici nel territorio comunale. E’ ora
di dire basta al proibizionismo, al controllo e a tutte queste logiche
securitarie!!

CAPANNONE SOCIALE, COORDINAMENTO STUDENTESCO VICENZA

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sabato serata hip hop

sabato 3 novembre ritorna l'hip hop al Capannone Sociale in collaborazione con la sweet poison crew. Ospiti d'onore saranno i Settimo Paragrafo, che hanno da pochissimo presentato il loro primo Ep "Primo Tomo", che contiene la mitica "Rio Grande". Propongono un Rap introspettivo e aggressivo  con quel tocco di soul e di noir che non
guasta. La serata vedrà alternarsi parecchi artisti. Ecco di seguito l'elenco:

PERSONAGGI SCOMODI

16 BARRE 

DIMENSIONE PARALLELA da Rovigo

COMAXN da Vicenza

ENDI & CIACCA da Bassano e Venezia

IMPRONTA KRU da Trento 

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Mercoledì 31 gran ritorno dei CSCH

Mercoledì 31 ottobre il Capannone avrà l'onore di ospitare la reunion, il gran ritorno dei "Motorhead del Nordest", ossia i CSCH, gruppo composto da tosi dell'Alto Vicentino. Un gruppo che ha sempre accompagnato attivamente le fasi del movimento per gli spazi sociali in provincia dallo Ya Basta in poi. Attivi dal 1997, è uscito il loro primo disco nel 2002 per la Ammonia Records "se fossi una ragazza", che contiene pezzi come "Libertà", "l'uomo radioattivo", "se fossi una ragazza", "apro gli occhi e ti penso". Un grandissimo ritorno dopo una lunga pausa.

Oltre ai CSCH si esibirano dal palco altri due importanti gruppi: THEE STP e i PAY. Sono due gruppi che non necessitano di presentazioni, ma se per caso qualcuno non li conoscesse ecco due brevi schede.

THEE STP

HIGH ENERGY ROCK'N'ROLL!!! Servono ancora presentazioni per gli
ormai leggendari THEE STP, eroi incontrastati dello SPEED-GLAM made in
Italy? Quattro strepitosi album all'attivo: "The super sound of Thee
STP" del 1998, "Sin, Temptations & Pain" del 2000, "Troublemakers
#1" del 2002 e l'ultimo sul mercato per mano di AMMONIA, "Paradise
& Saints", acclamato dalla critica e dal pubblico come uno dei
migliori prodotti italiani di punk rock and roll. Il singolo "Hello
L.A." è stato in vetta alle classifiche di molte radio, compresa la
prestigiosa Radio Rock FM di Milano. Una raccolta dei loro primi due
album è uscita per l'etichetta inglese TWENTY STONE BLATT, mentre il
secondo album è stato pubblicato anche negli Stati Uniti dalla DEVIL
DOLL. La loro frenetica attività LIVE li ha portati a suonare al fianco
del meglio della scena rock'n'roll mondiale, dai GLUECIFER agli
HARDCORE SUPERSTAR, dagli HIVES agli ZEKE, dai BACKYARD BABIES ai NEW
YORK DOLLS, facendo figurare il loro nome nel cartellone dei più
prestigiosi festival italiani, dal FIREBALL all'INDEPENDENT…). Il loro
look strepitoso, eccessivo, tamarro e glameggiante – hanno una presenza
scenica da urlo – e (SOPRATTUTTO!!!) un sound devastante a base di PUNK
ROCK, ROCK'N'ROLL, HARD ROCK e GLAM, tra HELLACOPTERS, RAMONES,
MOTORHEAD, NEW BOMB TURKS e ROLLING STONES fanno dei THEE STP la più
credibile e accreditata risposta italiana allo strapotere scandinavo e
americano in ambito PUNK'N'ROLL! Il gruppo è attualmente composto da IL
METIUS, alla voce, CASEY, alle chitarre, PAUL, al basso, e CZ, alla
batteria. 

 

PAY 

I PAY, band formatasi nel 1996 nella Provincia di Varese, sono considerati una delle punk'n'roll band più famose della Lombardia. Insieme a gruppi come Derozer, Punkreas, Shandon, Porno Riviste con le loro sonorità orecchiabili e l'immediatezza dei loro testi sono presto diventati tra i protagonisti della scena punk rock italiana. All'attivo hanno 4 album (Potevate Anche Ynvitarci – 1998; Provate Amore Ynutile – 2000; The Very best of the rarities of origins of the band – 2002; Federico Tre e il destino infausto – 2005) e uno split con le PornoRiviste nel 1999. Famosi i live con tanto di palloncini, operai del rock'n'roll e barattoli d'ammore. 

 

 

 

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Tornare a Genova… il 17 novembre

Al ritmo di due udienze la settimana è giunta alla
conclusione la requisitoria dei Pubblici Ministeri Canepa e Canciani
nel dibattimento che vede imputati 25 tra le centinaia di migliaia di manifestanti che si opposero alla illegittimità del G8 2001 a Genova.
Le richieste di condanna
per i reati di devastazione e saccheggio, che comportano una pena base
di otto anni, sono andate oltre ogni più nefasta previsione: un cumulo
di 225 anni di reclusione, da un minimo di 6 a un massimo di 16.
A
novembre toccherà alle arringhe difensive e quindi la sentenza,
verosimilmente entro la fine dell’anno. Ma la gravità inaudita delle
pretese dell’accusa richiede una risposta immediata.

Tornare a Genova si rende necessario. Se il processo
per l’omicidio di Carlo Giuliani si è concluso con un’archiviazione e
se i vari procedimenti relativi alle violenze poliziesche marciano
serenamente verso la prescrizione è invece in questo tribunale che si
gioca la verità storica su quelle giornate e su una stagione di
conflitto sociale che lì ha le proprie radici e che è ancora lontana
dall’esaurirsi. Dopo mesi di sonnolenta disamina del materiale
accusatorio e di apparente equidistanza è infatti solo nelle ultime
settimane che l’accusa ha svelato il proprio disegno di falsificazione,
introducendo il tema della premeditazione: quella manciata di
manifestanti, e nello specifico lo spezzone della disobbedienza, sono
venuti a Genova a cercare lo scontro. Semplice.
Noi – quelli che c’erano e quelli che non c’erano – sappiamo che non è così.
Sappiamo che l’annunciata violazione della zona rossa si faceva forte
solo di strumenti difensivi. Sappiamo che è stato necessario
utilizzarli tutti e inventarsene altri sul campo per difendersi dalla
violenza omicida di quattro corpi di polizia impegnati in pratiche di
guerra interna: è in ragione di questa determinazione a proteggere se
stessi e gli altri che un solo cadavere è stato lasciato sull’asfalto.
In questa pratica si è formalizzato un diritto di resistenza che
abbiamo riconosciuto come paradigma in altre lotte dell’occidente. In
questa pratica si è sedimentato e continua a sedimentarsi consenso.

È
contro questo consenso che si sta esercitando oggi l’azione penale. A
Genova come a Cosenza, a Roma, Bologna e in tutti gli altri luoghi dove
conflitto significa dinamica attiva di messa in gioco dei propri corpi.
Ciò che è accaduto all’incrocio tra Via Tolemaide e Corso Torino lo
sappiamo, lo abbiamo vissuto e ce lo hanno mostrato, da subito,
immagini di ogni provenienza. Abbiamo sentito le registrazioni radio
delle direttive dell’ordine pubblico e continuiamo da anni a chiedere
che venga fatta luce sulla composizione della catena di comando per
sapere a quale anello obbediva il battaglione dei carabinieri Tuscania
mentre aggrediva a freddo il nostro spezzone, visto che è certificato
che non obbediva alla centrale operativa.
Continueremo a farlo
anche se non sarà questo processo a dircelo. Ciò non di meno questo
processo ci riguarda tutti. Perché la riscrittura dei fatti e delle
ragioni proposta dall’accusa non è accettabile e non si rivolge solo
agli imputati. Perché l’incredibile pretesa di più di due secoli di
carcerazione poggia su reati che, dopo Genova, sono stati
sistematicamente contestati in numerosissime occasioni di conflitto,
con particolare riferimento alle azioni contro i CPT. È un messaggio
lanciato a tutte le aggregazioni in lotta, da chi ferma treni in Val di
Susa a chi blocca discariche in Campania, passando per aeroporti di
guerra in Veneto e lager per migranti da Gradisca a Lampedusa.
Tornare a Genova, in tanti, per quella fase cruciale del dibattimento
che sarà l’elaborazione della sentenza. Come strumento di tutela del
destino processuale di chi ha dato concretezza a un sentire collettivo,
della definizione della verità storica prima che processuale, del
patrimonio di determinazione che le sue strade e le sue piazze hanno
consegnato al nostro futuro.

Liberitutti.

Aderisci all’appello: Noi, quelli di Via Tolemaide
Un appello alla mobilitazione di tutti per il 17 novembre La storia siamo noi.

Materiali Video su Copyriot Community
Blu Notte – Genova 2001, G8. Puntata del 9 settembre 2007
OP – L’ordine pubblico a Genova 2001.

Links sui processi in corso
www.processig8.org
www.supportolegale.org

 

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Sorrentino vieta l’alcool in pubblico

Nuova ordinanza della Giunta Hullweck che estende il divieto di consumare alcoolici dai Giardini Salvi a tutto il territorio pubblico comunale, eccetto davanti ai bar. Ovviamente tutto questo in nome del decoro pubblico e della sicurezza…

dal Giornale di Vicenza 24/10/07

ORDINANZA. Dopo il divieto ai Giardini Salvi viene estesa la linea dura

Il Comune vieta l’alcol in pubblico
di Sara Marangon

Il Comune dichiara guerra all’alcol e al degrado ad esso collegato.
Dopo l’ordinanza del 6 giugno che vietava la detenzione e il consumo di
bevande alcoliche all’interno dei giardini Salvi, e visti gli effetti
positivi a distanza di qualche tempo, l’ordinanza è stata allargata a
tutte le zone verdi cittadine, aree pubbliche, e vie comunali.
Una
linea dura, ma fortemente voluta per venire incontro a quei vicentini
che ogni giorno si ritrovano a fare i conti con situazioni al limite
della decenza.
«Quest’ordinanza è stata pensata per far fronte a
quei comportamenti che destano allarme sociale – spiega il vicesindaco
e assessore alla sicurezza, Valerio Sorrentino – . Purtroppo ubriachi e
violenti continuano a radunarsi in determinati luoghi della città, come
viale Roma, Campo de’ Nane, e via Fratelli Bandiera. Trovando inutile
emanare un’ordinanza solamente per determinate zone, dal momento che ai
soggetti interessati basterebbe spostarsi qualche centinaio di metri
più in là per continuare a bere indisturbati, abbiamo dato questo
strumento alle forze dell’ordine che potranno così fornire una risposta
concreta ai cittadini che sempre più spesso segnalano con
preoccupazione tali presenze».
L’amministrazione ha dunque deciso di
vietare «la detenzione e l’uso di alcol in tutta città: un tentativo
per scoraggiare quei soggetti dediti alle sostanze alcoliche e tentare
di risolvere così anche il conseguente problema di sporcizia, disturbo,
degrado e atti contrari alla pubblica decenza che sempre più spesso
accompagnano queste situazioni. Oltretutto il settore servizi sociali
ha già avviato un’operazione di censimento offrendo specifici percorsi
di aiuto e di accoglienza per combattere questa forma di dipendenza».
«Quello
che mi sento ancora di aggiungere è che sia in viale Roma che in via
Fratelli Bandiera questi gruppi di persone sostano abitualmente davanti
ai rispettivi supermercati Pam e Coop – ha concluso Sorrentino – .
Avevo dunque già invitato questi esercenti a munirsi di un servizio
d’ordine che potesse fungere da deterrente, ma la mia richiesta non è
stata accolta tanto che siamo giunti al punto di dover emanare
quest’ordinanza».
A spiegarne i termini è il Comandante della
polizia locale, Cristiano Rosini: «L’ordinanza prevede una sanzione da
25 a 500 euro e, soprattutto, il sequestro immediato delle bevande
alcoliche; il divieto non vale per i plateatici e per le aree davanti
ai bar e ai ristoranti, durante gli orari di apertura, ma tutti i
gestori sono invitati a segnalare alle forze dell’ordine eventuali
comportamenti scorretti, chiassosi e maleducati, all’interno o nei
pressi del locale».
«Chiediamo perciò – conclude il comandante – la collaborazione da parte dei primi e la giusta elasticità dai secondi».

 

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Sabato ore 17.30 fiaccolata

VERSO LA TRE GIORNI
DI MOBILITAZIONE EUROPEA DI DICEMBRE

 

SABATO 27
OTTOBRE

FIACCOLATA NO DAL
MOLIN

Ritrovo ore 17.30 al
Presidio

 

Il governo Prodi
ed il proprio emissario Costa hanno dato il via ai lavori per la bonifica
dell’area dell’aeroporto Dal Molin nel più stretto segreto, facendo entrare i
mezzi e gli strumenti utili a queste operazioni all’alba del 17
ottobre.

 

La bonifica dagli
ordigni bellici, sganciati da bombardieri inglesi e statunitensi nell’ultimo
conflitto mondiale, rappresenta la seconda operazione funzionale alla
realizzazione della nuova base Usa dopo il tentativo della scorsa primavera –
bloccato dal movimento – di posare cavidotti in fibra ottica. Il commissario
Costa, nel tentare di giustificarla, l’ha definita un “regalo ai vicentini”, non
considerando che un dono è tale soltanto se poi sarà pienamente usufruibile dai
destinatari.

 

Negli ultimi
giorni, poi, la Giunta comunale ha rinnovato il proprio attacco politico al
Presidio Permanente, simbolo della lotta di tanti vicentini contro la
militarizzazione del territorio. Un luogo di partecipazione e confronto viene
messo all’indice in quanto metafora di un movimento che ha fatto della
trasversalità e della determinazione la propria forza.

 

Ci rivolgiamo
alle donne e agli uomini di Vicenza, a quanti hanno a cuore il futuro di questa
terra, a coloro che non vogliono nuove installazioni di guerra.

Sabato 27 ottobre
saremo di nuovo in strada, con le nostre fiaccole e le nostre bandiere, per
ribadire la nostra determinazione, ma anche per dare un segnale chiaro a quanti
vorrebbero imporci la realizzazione del progetto a stelle e strisce e vorrebbero
criminalizzare il movimento vicentino.

 

Una fiaccolata
per:

         
difendere il
Presidio Permanente da chi vorrebbe abbatterlo credendo, così, di imporre il
silenzio al movimento vicentino;

         
dare un ultimatum
di 7 giorni al commissario Costa, al quale chiediamo di dichiarare ufficialmente
che, essendo “un regalo ai vicentini”, la bonifica è funzionale alla
riconversione ad usi esclusivamente civili del Dal Molin, rinunciando alla
realizzazione della nuova base Usa. Se questo non avverrà, costruiremo azioni
creative di blocco, rallentamento e boicottaggio delle bonifiche
belliche;

         
chiedere con
forza che la moratoria sulle nuove strutture militari, promessa mesi fa dal
comitato di parlamentari contrari al Dal Molin, sia resa effettiva dal
Parlamento italiano entro due settimane.

 

  La fiaccolata di sabato 27  sarà il primo di una serie di
appuntamenti ed iniziative verso la tre giorni di mobilitazione europea del
prossimo dicembre, quando a Vicenza cittadini di tutta Europa si incontreranno e
manifesteranno contro la guerra e le installazioni militari, per la difesa dei
beni comuni e la realizzazione di nuove pratiche di
democrazia.

 

Vicenza non si ferma: giù le mani
dal Presidio, giù le mani dalla nostra città.

 

 

Presidio Permanente, Vicenza, 23
ottobre 2007

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Coltivare canapa non è reato

dal Giornale di Vicenza di ieri un'importante notizia:

LA SENTENZA. La decisione del tribunale nei confronti di un uomo di Molvena scoperto con tre piantine in casa

Coltivare canapa non è reato

Coltivare canapa sul balcone di casa non è reato quando il “fumo” è per
uso personale perché si tratta di una “forma atipica” di coltivazione a
uso domestico, «intendendosi in tale modo significativamente mutuare il
concetto dell’uso personale dello stupefacente».
È il quadro
normativo che fa da sfondo alla decisione del gup del tribunale di
Bassano di mandare assolto M. P., 51 anni, di Molvena, difeso
dall’avvocato Alessandro Zagonel.
Il tribunale ha accolto la tesi
del legale vicentino in merito ai fatti del 28 ottobre di un anno fa
quando i carabinieri di Bassano avevano denunciato per coltivazione di
marijuana P., che venne fermato per un controllo stradale.
Egli
consegnò spontaneamente la droga leggera e ai militari che gli
chiedevano se ne avesse ancora, lui rispose che a casa ne deteneva un
po’.
Fu perquisita l’abitazione e fu così che saltarono fuori le
tre piantine di capana per la coltivazione che l’imputato teneva sul
davanzale. «La uso solo per me», spiegò P.
Il pm Linda Arata
aveva convalidato il sequestro e poi aveva chiesto il rinvio a
giudizio. Nel corso dell’udienza preliminare, però, l’avv. Zagonel ha
sottolineato che alla luce della sentenza della Cassazione del 18
gennaio di quest’anno, il suo assistito doveva essere assolto perché le
tre piantine di canapa fatte crescere sul davanzale non potevano
considerarsi coltivazione in senso “tecnico-agraria”, in riferimento
alla preparazione del terreno, alla semina e allo sviluppo delle piante
in vista dell’utilizzazione della droga.
Se questa coltivazione non
ha rilievo penale, come ha ribadito il tribunale di Bassano,
purtuttavia ha ripercussioni di tipo amministrativo per le sanzioni che
vorrà irrogare all’imputato la prefettura.

 

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Verso il 9 novembre

Giovedì 25 Ottobre ore 21.00 – Cso Pedro, per costruire insieme la giornata di sciopero generalizzato del 9 novembre

Dopo avere assistito allo
scontato esito della consultazione-truffa indetta dai sindacati
confederali per legittimare una intesa con la quale si sono premiati
gli industriali e nulla è stato fatto contro la precarietà, è
necessario ripartire dal basso, dai bisogni di milioni di precari per
rimettere in moto percorsi di lotta a partire dai territori.

Con l’accordo sul welfare si è aumentata l’età
pensionabile e con la revisione dei coefficienti, le pensioni saranno
sempre più da fame; sulla legge 30 verrà abrogato solo il lavoro a
chiamata e rimane inalterato l’intero impianto dei contratti a termine
e della somministrazione di lavoro; con il part-time verrà data ancora
più libertà alle aziende di cambiare a piacimento il turno e verranno
utilizzati i co.co.pro, con un aumento della contribuzione, per
finanziare la riforma dello scalone; inoltre, con lo sgravio della
tassazione sugli straordinari si incentiva ancora di più l’uso di
questo strumento.

Tutto questo si coniuga nei territori con politiche di
devastazione ambientale, di esclusione sociale e di militarizzazione
della società. Sia a livello governativo nazionale, sia a livello
locale, è sempre più difficile distinguere la colorazione delle
coalizioni che governano le nostre città. Ma a fronte di tale
situazione, molte realtà sociali stanno cercando di opporsi a queste
politiche: a partire dalle migliaia di comitati, sorti un po’ ovunque,
dal nord al sud, dall’est all’ovest, si stanno delineando importanti
movimenti, non solo di resistenza contro le scelte criminali di questo
Governo – vedi solo la lotta contro il progetto TAV o contro la
costruzione dell’aeroporto Dal Molin – ma anche che rivendicano una
nuova progettualità di vita per tutti.

A partire dal variegato mondo che ha dato vita
all’assemblea di Roma del 7 ottobre e al Patto contro la Precarietà, si
tratta di declinare, a livello regionale la proposta di costruire la
giornata del 9 novembre. Giornata che vuole essere di sciopero per i
lavoratori e per gli studenti, ma che deve cercare anche di interagire
con le problematiche del vivere sociale, per costruire in Veneto
un’esperienza concreta di sciopero generalizzato che veda la
mobilitazione di tanti mondi di soggetti diversi, riunificati nella
battaglia contro la precarietà, che non è riducibile semplicemente ad
un dato lavorativo o di reddito.

Su questi presupposti, come Cso Pedro
facciamo appello a tutte le realtà del Veneto di partecipare
all’assemblea del 25 ottobre ore 21 al Cso Pedro via Ticino 5 a Padova
nella quale decideremo le modalità di costruzione della giornata del 9
novembre.

Cso Pedro

 

 

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Fermeremo la bonifica!

Sabato 27 ottobre
fiaccolata


«Se la bonifica dagli ordigni
bellici in corso all’aeroporto Dal Molin non sarà finalizzata alla realizzazione
del parco pubblico, ma alla nuova base Usa, metteremo in atto azioni creative di
boicottaggio e rallentamento dei lavori»; questo, in sintesi, il messaggio del
Presidio Permanente No Dal Molin, esposto durante una conferenza stampa alla
quale hanno partecipato circa 200 persone. «Il commissario Costa ha definito la
bonifica un regalo ai vicentini: lo è soltanto se poi quel territorio sarà dei
vicentini, cioè diventerà un parco pubblico».

 

Mentre da un furgone parcheggiato
all’esterno della recinzione dell’aeroporto si innaffiavano gli alberelli
piantati lo scorso settembre al termine di una manifestazione, con un megafono
 alcuni portavoce del Presidio hanno
commentato le ultime notizie. A partire, per l’appunto, dall’avvio dei lavori di
bonifica, iniziati in gran segreto all’alba di mercoledì 17 ottobre. «Il
commissario Costa, presentatosi a Vicenza come l’uomo della trasparenza, sta
ingannando i vicentini nascondendogli la verità sul Dal Molin. Cosa accadrà
quando dovranno brillare gli ordigni rinvenuti, visto che non è stato reso
pubblico alcun piano di evacuazione?», ha chiesto Francesco Pavin, che ha anche ricordato che non
esiste alcun atto di cessione del terreno da parte del governo italiano a quello
statunitense, e quindi si prefigurerebbe un vero e proprio abuso edilizio da
parte dell’amministrazione a stelle e strisce.

 

Decisa anche la risposta alla Giunta
comunale, che ha ventilato ancora una volta lo sgombero e la demolizione del
Presidio Permanente ; «il Presidio non si tocca – ha dichiarato Cinzia Bottene –
e noi abbiamo in progetto di ampliarlo e raddoppiarlo per far diventare il luogo
simbolo della lotta dei vicentini più grande ed
accogliente»

 

La prossima iniziativa è prevista
per sabato 27 ottobre, quando si svolgerà una fiaccolata contro le bonifiche e
in difesa del Presidio Permanente. Al tendone di Ponte Marchese ci si prepara ad
una resistenza di lungo periodo.

  

Presidio Permanente, Vicenza,  21 ottobre 2007

 

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