sabato e domenica concerti!!

Dopo il successo di sabato scorso con il concerto delle Pornoriviste, questo sabato ritorniamo a dare spazio alle band vicentine. Ricordiamo poi che il Capannone sarà aperto anche domenica con un concerto hardcore. Importante segnalare che l’orario d’inizio domenica dei concerti è alle 17.00 e quindi non la sera. Sabato suoneranno i DOGMA, gli EiSiDiCi e i REESE(rock) . Domenica invece avremo i TO KILL da Roma, i HOPES DIE LAST (hc da Roma) e i A BREACH ON HEAVEN da Venezia. Vediamo ora nei dettagli le due serate:

SABATO 9 FEBBRAIO 

DOGMA rock alternativo sperimentale
Dogma viene alla luce durante l’inverno del 2006, all’ombra di sei
birre nel borgo postindustriale di Vicenza.
Frutto d’un unione etilicospirituale tra Mattia ed Andrea, la giovane
creatura muove i suoi primi passi a casa di quest’ultimo dimostrando
fin da subito un’indole asettica aggressiva patologica.
Al duo iniziale si fonde quindi Jimma, un dj dalle molteplici
esperienze a forte tasso di bpm.
Mentre i lavori proseguono, rapsodicamente ma con metodo, si comincia a
pensare ad un eventuale live. Scocca quindi l’ora di Pino, che entra a
far parte del gruppo come bassista, logistic supporter e uomo piu’
elegante della ciurma. Dogma si
classifica terzo al Vicenza net music, rischia il premio della critica
e viene incluso nella compilation “Canzoni per l’Europa”, in
riconoscimento del suo forte carattere continentale. Ascoltare per
credere.

DOMENICA 10 FEBBRAIO INIZIO CONCERTI ORE 17.00

TO KILL hc da Roma
ecco una recensione di un loro concerto: "
Aprono i To Kill, formazione all star di roma con
membri di Face the Fact, The Difference e The King. Io non li ho ancora
sentiti, anche se me li hanno descritti come molto in stile TERROR.

A me i Terror non piacciono granchè ma devo dire che il live
dei To Kill spacca di brutto. Hardcore meno metalluso di quanto mi
aspettassi e grandi stacchi mid tempo con tanto di chitarre rotanti:
dal terzo pezzo la gente inizia a volare per aria, cori e dita puntate
in alto, i To Kill fanno una figura egregia (dimostrandosi, per il
sottoscritto, ben al di sopra dei Champion), si vede che è
gente che suona dalla mattina alla sera."

 

A BREACH ON HEAVEN rock/metal da Venezia
A Breach On Heaven  si sono formati verso la fine del 2005. Nel gennaio 2006 la band completa la formazione e produce le prime canzoni. Qualche mese dopo la band registra "…And Burn" e nel giugno 2006 iniziano i primi concerti. Nel febbraio 2007 vanno in studio per registrare le parti strumentali e le voci del loro primo album. In Settembre vanno in tour anche in Europa ed ad Ottobre firmano per la "Standby Records Family", la label americana anche dei Hopes die last. In novembre hanno completato il loro primo album "Through the Mirror", un mix di southern rock e screamo melodico. L’album comprende sia le esperienze rock e metal dei membri della band.

HOPES DIE LAST hc da Roma 
Gli Hopes Die Last sono un gruppo di una città vicino Roma, hanno
alle spalle un EP che si chiama "Aim For Tomorrow", un demo che
mostrava le capacità di tutti i componenti della band. Il quintetto romano non è da meno di gruppi italiani
affermati come ad esempio i Vanilla Sky o i Gaia Corporation. E’ uscito il loro album "Your face down now".

 

 

 

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fotocronaca della manifestazione

lo striscione d’apertura della manifestazione

tra i manifestanti si nota a sorpresa la presenza di Enrico Hullweck

ad inizio manifestazione si materializza in testa al corteo la presenza di tutte le autorità cittadine, nella foto da sinistra a destra: Arrigo "Pinocchio" Abalti, il presidente della Provincia Attilio Shrek, il vicesindaco Sorrentino, il vescovo Nosiglia, il sindaco Enrico Hullweck e l’ex-presidente della Provincia Manuela Dal Lago

per poter vedere il resto della galleria fotografica cliccare sotto su "Continua"  Continue reading

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In 200 in corteo con il presidente Attilio Shrek

Il brutto tempo annulla la realizzazione del "carro dei potenti", ma nonostante ciò le principali "autorità" cittadine presenziano lo stesso alla nostra manifestazione. Ad aprire il corteo dietro il furgone abbiamo infatti l’assessore "Pinocchio Abalti", il vicesindaco Sorrentino con tanto di bottiglia di vino bevuta per strada (ma non aveva fatto un’ordinanza antialcool?), un Enrico Hullweck in versione dark, un’impassibile Manuela Dal Lago, il vescovo Nosiglia con un inusuale completo nero metal e soprattutto in un elegante giacca e cravatta il presidente della provincia Attilio Shrek. Dietro di loro circa 200 persone, in maggior parte studenti, ma anche qualche adulto, soprattutto del presidio. Dal furgone viene spiegato alla città cosa è stato fatto all’interno della Caserma Borghesi quando è stata occupata. Sono state spiegate le motivazioni che hanno portato a una lettera aperta con la richiesta di comodato d’uso gratuito per la realizzazione di uno spazio sociale polivalente. E’ stata attaccata la Provincia per il suo rifiuto alla nostra richiesta anche perchè non si capisce se è un no alla Borghesi o un no a uno spazio sociale in generale. Poi si è ricordato che questo ente per far fare un progetto di massima ha speso 31.500 euro, quando la nostra richiesta è basata sull’autofinanziamento. Il corteo è proseguito lungo Borgo Casale arrivando davanti alla caserma. Nonostante fosse stato annunciato pubblicamente che sarebbe stata una manifestazione tranquilla, c’è stato il solito ed enorme spreco di risorse pubbliche, blindando per niente la zona, mettendo plotoni di carabinieri all’interno della caserma a non far nulla. Arrivati davanti, infatti ai due cancelli sono stati attaccati dei cartelloni che rappresentano il nostro progetto sullo stile di quelli che si trovano fuori dai cantieri. Alla fine le varie autorità locali presenti hanno ufficialmente inaugurato e ci hanno simbolicamente consegnato la caserma Borghesi con tanto di inaugurazione con il taglio del nastro da parte del presidente Attilio Shrek.

Leggi qua poi l’articolo del Giornale di Vicenza "Ci serve la Borghesi" 150 giovani in corteo

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“La Borghesi?Cittadella universitaria, mai ai No War”

dal Gazzettino del 2 febbraio 2008 

Oggi, alle 15, in piazza
Matteotti, manifestazione dei collettivi per rivendicare spazi sociali
dopo la lettera di Schneck che nega l’uso dell’ex caserma

«La Borghesi? Cittadella universitaria, mai ai No War»

L’assessore Galvanin:
«Pronto a spiegare a questi giovani i progetti avviati». Ma l’accusa
mossa alla Provincia è di immobilismo

«Vogliamo un altro
incontro con la Provincia per capire come la Giunta Schneck intenda
affrontare la questione degli spazi sociali e di aggregazione», avevano
detto qualche giorno fa i rappresentanti del gruppo giovanile "Caserma
No War" per ribadire la richiesta di concessione in comodato gratuito
della caserma Borghesi. E ieri mattina la risposta (scritta) è
arrivata: il presidente Attilio Schneck respinge ogni richiesta di
utilizzo dell’immobile di proprietà della Provincia perché «il sito è
da tenersi in piena disponibilità di questa Provincia per la
realizzazione delle opere previste», cioè la trasformazione della
caserma in una cittadella universitaria con mensa, alloggi, bar, sala
studio, area sportiva. «Ci troviamo di fronte di conseguenza ancora
nella fase di studio di progetti e ricerca di finanziamenti, come ha
dichiarato l’assessore Galvanin alla stampa nei giorni scorsi»,
commentano i giovani di No War. «In poche parole sia la risposta di
Schneck che le dichiarazioni di Galvanin fanno parte di un copione di
un film ormai visto troppo volte in questi anni». E annunciano per oggi
alle 15 in pizza Matteotti una manifestazione in difesa degli spazi
sociali.

L’accusa
mossa alla Provincia è di immobilismo: «Quando un gruppo di giovani
solleva la problematica sugli spazi sociali, individuando luoghi
abbandonati da anni, improvvisamente emergono progetti e lavori di
imminente inizio su quell’area: è una storiella che non incanta più. La
Provincia ha acquistato da quattro anni la Borghesi e fatalità solo
dopo l’occupazione del dicembre scorso (dei No Dal Molin, ndr) viene
fuori l’idea del residence universitario. È un dato di fatto: l’ex
Siamic in via Verdi, di proprietà provinciale dal lontano 2002 doveva
diventare un albergo a cinque stelle ed è ancora abbandonato». Insomma,
la Borghesi non sarebbe un caso isolato. Pronta la replica di Nereo
Galvanin, assessore provinciale al patrimonio all’edilizia scolastica e
alla commissione espropri: «Sono favorevolissimo a un incontro con
questi giovani così potrò mostrare loro tutta la documentazione sul
progetto relativo alla Borghesi. Abbiamo un calendario lavori che
testimonia il fatto che sull’ex caserma stiamo lavorando già da due
anni con progetti elaborati dai nostri uffici tecnici. La Fondazione
Cariverona, finanziatrice dell’opera (alloggi, aule studio, mensa e
servizi per studenti universitari), ha pubblicato un bando approvato
ancora in ottobre che scadrà il prossimo 29 febbraio».

I
giovani però continuano a chiedere luoghi di aggregazione. «Ma quelli
ci sono già», taglia corto Galvanin. «Si trovano nelle circoscrizioni.
Forse i ‘Caserma No War’ vogliono l’esclusiva. Ricordo poi che i
principali compiti della Provincia sono scuola, lavoro, viabilità e
agricoltura». E la situazione dell’ex Siamic? «Lì al momento siamo
bloccati contro la nostra volontà da un contenzioso. C’è infatti il
ricorso di un privato che vuole un passaggio sulla nostra proprietà. Il
progetto dell’albergo comunque esiste, e stiamo attendendo la
l’autorizzazione della Sovrintendenza di Verona. Risolto il contenzioso
col privato decideremo come vendere».

Enrico Soli

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da Carta: Vicenza in corteo per gli spazi sociali

sul sito di Carta (www.carta.org) è stato pubblicato un articolo in vista della manifestazione di sabato 2 febbraio per gli spazi sociali.


Vicenza in corteo per gli spazi sociali

Spazi sociali. Già dal nome meriterebbero l’attenzione di antropologi e
sociologi. Ma c’è chi si accontenterebbe se anche solo ricevessero
l’attenzione dei politici e delle amministrazioni cittadine.
Per portare l’attenzione sulla mancanza di spazi sociali a Vicenza, il
gruppo «Caserma no war» organizza sabato 2 febbraio una manifestazione,
con un corteo partendo alle 15 da piazza Matteotti arriverà davanti
all’ex-caserma Borghesi, a Borgo Casale.
In occasione della manifestazione europea dello scorso dicembre a
Vicenza, i ragazzi del collettivo–«un gruppo di giovani, studenti medi
e universitari, precari e lavoratori», come loro stessi si
definiscono–hanno occupato temporaneamente l’ex-caserma Borghesi,
trasformandola in «Caserma no war», un ostello dove accogliere i
manifestanti arrivati in città da tutta Europa. «L’occupazione della
caserma–precisa Teo, un ragazzo del collettivo–era finalizzata a
risolvere il problema logistico dell’ospitalità ai manifestanti, ma con
quell’iniziativa abbiamo anche voluto aprire un dibattito sugli spazi
sociali in città e in particolare sulle potenzialità degli spazi
militari riconvertiti ad uso civile».
Per proporre il loro progetto per lo spazio dell’ex-caserma
Borghesi–abbandonata da 10 anni e acquisita all’asta dalla Provincia
nel 2004 dal ministero della Difesa–e per lanciare la manifestazione di
sabato, il gruppo «Caserma no war» ha consegnato lo scorso martedì una
lettera aperta al presidente della Provincia, Attilio Schneck, alla
giunta e al consiglio provinciale di Vicenza. «A Vicenza mancano spazi
di socialità e di ritrovo–si legge nella lettera del collettivo–dove
poter dar sfogo alla propria creatività ed esprimersi liberamente nel
campo musicale, artistico e culturale, oltre che sportivo». Come fanno
notare i ragazzi del gruppo «Caserma no war», l’ex-caserma Borghesi–per
la sua estensione e per la posizione strategica nel centro
cittadino–può fornire servizi utili non solo ai giovani, ma anche al
quartiere e per tutta la cittadinanza.
Dei numerosi progetti di partecipazione e in favore dei giovani a lungo
esibiti dalle amministrazioni locali, nessuno è stato mai realizzato.
Alcune fonti locali parlano di un progetto della Provincia da
realizzare nell’area dell’ex-caserma Borghesi: d’intesa con la
fondazione Studi universitari si vorrebbe costruire delle residenze
universitarie, in vista di un aumento degli iscritti. Tuttavia il
progetto non è ancora stato presentato e si tratterebbe solo di una
proposta, come confermano le parole del forzista Nereo Galvanin,
assessore provinciale al patrimonio. «È solo un’ipotesi di lavoro»,
afferma l’assessore, che però aggiunge «abbiamo deciso di costituire un
gruppo di lavoro formato dai rappresentanti della fondazione Studi
universitari e dai dirigenti dell’edilizia scolastica della Provincia.
Ma al momento stiamo ancora ragionando sulla destinazione
dell’edificio».

I ragazzi del gruppo «Caserma no war»–molti dei quali hanno già
fatto esperienze di volontariato e gestione di spazi sociali–hanno
invece proposto un progetto concreto da attuare nell’ex-caserma
Borghesi. «Potremmo realizzare un doposcuola per i ragazzi più
giovani–dicono, e continuano–un laboratorio multimediale, un cineforum,
degli sportelli informativi per i cittadini e gli immigrati, uno spazio
di accoglienza per i senza tetto», le idee sono tante. Il gruppo
«Caserma no war» propone di gestire lo spazio secondo i tre principi
dell’autorecupero, l’autogestione e l’autofinanziamento.
Si inizia con la manifestazione di sabato pomeriggio, decisi a
continuare con determinazione per poter trasformare l’ex-caserma in
quello spazio sociale che a Vicenza è sempre mancato. Perchè i giovani
diventino protagonisti attivi della vita sociale in città e non
«consumatori passivi di un prodotto preconfezionato». In uno spazio
dove confrontarsi, partecipare, prendere decisioni condivise e
crescere, individualmente, ma anche collettivamente.

 

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La Provincia ha risposto No alla Caserma No War

ieri mattina Attilio Schneck ha risposto negativamente alla richiesta della Caserma Nowar di concedere in comodato d’uso gratuito la Caserma Borghesi, perchè c’è già un progetto di costruzione di una cittadella universitaria con mense, alloggi, sale prove. Alla risposta viene allegata una bozza di relazione progettuale di 8 pagine sulla destinazione d’uso della Borghesi, risalente al 2005, preparata da uno studio di Conegliano. Questa "consulenza" è costata alla Provincia 31.500 euro!!! Avete capito bene 31.500 per preparare un progettino sull’area. In questa relazione è interessante il fatto che in vari punti si accenna alla mancanza di spazi di ritrovo per i giovani e di luoghi dove poter provare, registrare e suonare a costi accessibili. Noi non ci arrendiamo, chiediamo lo stesso un incontro con la Provincia, dove vogliamo lanciare una sfida: dateci la Caserma Borghesi fino all’inizio dei lavori!

Ecco il comunicato della Caserma Nowar:

Il presidente della Provincia
Attilio Schneck oggi ha risposto alla nostra lettera aperta, rifiutando
la nostra proposta di concessione d’uso gratuito della caserma
Borghesi, perchè "il sito è da tenersi in piena disponibilità di questa
Provincia per la realizzazione delle opere previste". Infatti oltre
alla risposta è allegata una bozza di relazione progettuale sulla
trasformazione della Caserma in una cittadella universitaria con tanto
di mensa, alloggi, bar, sala studio, area sportiva. Ci troviamo di
fronte di conseguenza ancora nella fase di studio di progetti e ricerca
di finanziamenti, come ha dichiarato l’assessore Galvanin alla stampa
nei giorni scorsi.
In poche parole sia la risposta di Schneck che
le dichiarazioni di Galvanin fanno parte di un copione di un film ormai
visto troppo volte in questi anni. Quando un gruppo di giovani solleva
la problematica sugli spazi sociali, individuando dei luoghi
abbandonati da anni, improvvisamente emergono progetti e lavori di
imminente inizio su quell’area. E’ una storiella che non ci incanta
più. Sono troppi gli esempi in questa città che lo dimostrano: l’ex
Siamic in via Verdi di proprietà provinciale nel lontano 2002 doveva
diventare un albergo a cinque stelle ed è ancora abbandonato. Per non
parlare poi di tutte le promesse in pompa magna dell’assessore comunale
"Pinocchio" Abalti, ora anche consigliere provinciale. Il complesso
della Rocchetta nel 2003 doveva diventare il centro (commerciale)
giovanile, poi la sede della Circoscrizione 1, poi la sede degli
Alpini, ma è tutt’ora lasciata all’abbandono più totale. E
l’ex-Lanerossi ai Ferrovieri, che doveva diventare un centro di sale
prove? Sta crollando da solo. E la necessità di promuovere spazi
aggregativi nelle singole circoscrizioni di cui se ne parlava nel 2004?
Nessuno ne sa più nulla. Questa è la realtà e noi alle parole invece
rispondiamo coi fatti. Abbiamo dimostrato concretamente come può essere
utilizzata quell’area ed è per questo che lanciamo una "sfida"
all’amministrazione provinciale. Se è vero che non volete concederci la
Caserma Borghesi solo perchè c’è già un altro progetto, chiediamo una
concessione in comodato d’uso gratuito temporanea fino all’inizio dei
lavori di realizzazione della cittadella universitaria in modo tale che
già da subito sia restituita alla città.
Chiediamo ufficialmente di
conseguenza un incontro nel più breve tempo possibile per discuterne di
persona e non solo tramite lettere.
Se ci sarà un rifiuto anche a
questa richiesta, vuol dire che quella del "sito già destinato ad altri
progetti" è solo una scusa dietro la quale nascondere la volontà
politica di non voler affrontare pubblicamente la questione degli spazi
sociali in città.

Caserma No War

 

 

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2 febbraio: Manifestazione per gli spazi sociali

Dal 13 al 16 dicembre 2007 abbiamo liberato e fatto rivivere dopo 10 anni di abbandono l’ex Caserma Borghesi a Borgo Casale. Per tre giorni l’abbiamo trasformata in un ostello dove hanno dormito più di 200 persone, dove abbiamo aperto una piccola osteria e la domenica si è svolto un partecipatissimo pranzo sociale.
In quel fine settimana abbiamo visto l’incredibile potenziale che le persone di questa città possono esprimere. Per tre giorni donne ed uomini di ogni età hanno attraversato uno spazio, dove ci si poteva confrontare, socializzare ed esprimere liberamente.
Siamo stufi di giunte comunali e provinciali che tanto progettano e promettono per i giovani e poi non concretizzano nulla. Noi crediamo che lo spazio dell’ex Caserma Borghesi, in pieno centro storico abbandonato da più di 10 anni, sia il posto giusto per ospitare dei progetti di socialità, cultura, dibattito e sport…
ED E’ PER QUESTO CHE CI OFFRIAMO COME VOLONTARI PER AUTOGESTIRE UNO SPAZIO DI CUI LA CITTA’ SENTE IL BISOGNO.
LA CASERMA BORGHESI DEVE ESSERE RESTITUITA ALLA CITTA’ SUBITO!! 

Ecco di seguito i link agli articoli del Giornale di Vicenza usciti in questi giorni:

"Dateci la Borghesi e sarà un centro sociale" 30/01/08

Spazi sociali all’ex Borghesi? Sabato un corteo 29/01/08 

 


MARTEDI’ 29 GENNAIO: INCURSIONE IN CONSIGLIO PROVINCIALE

ieri pomeriggio in circa una trentina siamo andati in Consiglio 
Provinciale per la questione della caserma Borghesi, che abbiamo 
occupato durante la tre giorni europea. Nonostante dei tenui tentativi 
di non farci entrare da parte della polizia provinciale e "ammonizioni" 
del tipo "entrate, ma non esponete striscioni", siamo andati su e 
abbiamo facilmente riempito la zona "pubblico", che per la cronaca è 
composta da un angolino con 5 sedie.... Abbiamo quindi esposto uno 
striscione con scritto "l'ex Caserma Borghesi va restituita alla città 
subito", dando un po' di brio e novità al solito rituale dei consigli, 
dove i primi ad annoiarsi da morire sono i consiglieri stessi. Segnalo 
che c'era Abalti tra i vari consiglieri. Dopo le domande d'attualità, ha 
preso la parola Collareda, capogruppo dell'Ulivo in Provincia e ha 
chiesto se potevamo consegnare una lettera aperta a Schneck. La cosa è 
avvenuta senza problemi, quindi, una volta consegnata la lettera aperta 
alla Provincia dove si chiede in sintesi la concessione in comodato 
d'uso gratuito della caserma, abbiamo lasciato l'aula.

LETTERA APERTA DELLA "CASERMA NOWAR"

 

Al presidente della Provincia Attilio Schneck,

Alla Giunta Provinciale di Vicenza,

Al Consiglio Provinciale di Vicenza,

siamo un gruppo di giovani, studenti medi ed universtiari, precari o
lavoratori, che la sera del 13 dicembre 2007 hanno liberato e
riconsegnato alla città temporaneamente l’ex-Caserma Borghesi,
trasformandola in "Caserma Nowar". Un’enorme area, abbandonata da oltre
10 anni, in meno di 24 ore è stata pulita, sistemata ed adibita ad
ostello per accogliere i manifestanti che venivano da tutta Europa
durante la tre giorni di mobilitazioni contro il Dal Molin. E’ stata
creato anche un piccolo bar/osteria e la domenica pomeriggio c’è stato
anche un partecipatissimo pranzo sociale. Abbiamo dato un piccolo
assaggio di quello che potrebbero offrire gli edifici della Borghesi se
restituiti alla città.Oltre alle 200 persone che hanno dormito
all’ostello, donne e uomini vicentini di ogni età hanno attraversato
questo spazio di socialità, esprimendo un po’ tutti il fatto che non
utilizzare quell’area è uno spreco enorme per tutta la città.

Vicenza offre gran poco per i giovani (e meno giovani). Mancano spazi di
socialità e di ritrovo, che non siano i soliti bar e la piazza o il
parchetto del quartiere. Mancano spazi dove poter dar sfogo alla propria
creatività, dove potersi esprimere liberamente nel campo musicale,
artistico e culturale. Basta pensare alle sale prove quasi tutte a
pagamento, ai sempre meno corsi di teatro, alla difficoltà di poter
esporre le proprie opere. Per non parlare poi dello sport: non ci sono
spazi dove poter giocare a calcio, basket, pallavolo oppure fare
palestra al di fuori delle logiche agonistiche o economiche.

Mancano posti dove i giovani siano protagonisti attivi in prima persona,
dove quindi non siano consumatori passivi di un prodotto preconfezionato
da altri. Uno spazio dove si possa sviluppare l’autogestione, che non
signfica altro che poter confrontarsi, partecipare, prendere decisioni
condivise autonomamente, assumersi responsabilità e a volte anche
sbagliare, in poche parole crescere individualmente, ma anche
collettivamente.

Ma l’ex-caserma Borghesi per la sua estensione e per la sua posizione
strategica in centro cittadino può fornire tutta una serie di servizi
non solo per i giovani, ma anche per il quartiere e il resto della
cittadinanza. Si possono organizzare laboratori ed attività per bambini,
doposcuola, corsi di computer gratuiti, cineforum, tornei non
competitivi, osteria a prezzi sociali, sportelli informativi, progetti
di integrazione ed accoglienza verso chi è senza casa.

In questi anni le varie amministrazioni locali si sono riempite la bocca
di progetti di partecipazione, cittadinanza attiva e proposte per i
giovani. Si è parlato di centri giovanili, sale prove, ma niente di
tutto questo è stato mai realizzato, anzi quel poco che c’era è stato
piano piano cancellato o "tagliato" dal bilancio, perchè magari scomodo
o poco compatibile.

Il nostro gruppo è composto da persone che provengono da esperienze di
autogestione di spazi sociali e circoli culturali, di lavoro all’interno
di cooperative sociali, di contatto quotidiano con l’universo giovanile,
di partecipazione a progetti di promozione sociale, di volontariato con
i bambini e con gli stranieri, di servizio civile volontario. Ci siamo
resi conto che è necessaria ed urgente la creazione di uno spazio che
viva la socialità nella quotidianità, che superi la logica dello sballo
e del divertimento sfrenato e a tutti i costi del sabato sera. Crediamo
che la "Borghesi" sia proprio il posto giusto. Siccome riteniamo che sia
un grandissimo spreco lasciarla al più totale degrado ed abbandono visto
che al momento non c’è nessun progetto concreto, noi ci offriamo come
volontari per risistemare ed autogestire uno spazio polivalente di cui
la città sente il bisogno. Noi un’idea di come utilizzare quell’area ce
l’abbiamo già. Infatti ci piacerebbe realizzarci dentro:

– laboratorio multimediale (internet point gratuito, creazione video)

– laboratorio artistico (pittura, scultura, writing)

– sala prove per gruppi musicali vicentini

– sala dibattiti/spettacoli (teatro e musica)

– palestra popolare, campo da calcetto e da basket

– cineforum

– osteria sociale

– sportelli di consulenza legale

– studi radio

Intendiamo portare avanti tutto ciò secondo tre principi fondamentali:
l’autorecupero, l’autogestione e l’autofinanziamento. Per essere più
espliciti vogliamo dire che non vi chiediamo nemmeno un euro, ma
esclusivamente la concessione del posto.

QUINDI VI CHIEDIAMO, IN QUANTO PROPRIETARI DELL’AREA, CHE LA CASERMA
BORGHESI CI VENGA ASSEGNATA IN COMODATO D’USO GRATUITO PER REALIZZARCI
UNO SPAZIO SOCIALE AUTOGESTITO E POLIVALENTE IN MODO TALE CHE QUELL’AREA
VENGA UNA VOLTA PER TUTTE RESTITUITA ALLA CITTA’.

Aspettiamo una vostra risposta a breve, perchè Vicenza ha urgente
bisogno di spazi sociali….

               
                                                           GRUPPO
CASERMA NOWAR

 

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Il ritorno delle Pornoriviste

Sabato 2 febbraio grande evento al Capannone: il concerto delle Pornoriviste!!! Sono passati parecchi anni dall’ultima volta che hanno suonato in città ed in più questa è la prima volta che vengono da queste parti da quando si sono riunite. Per tutti i fan di questo gruppo si tratta di un’occasione imperdibile di poter risentire le "vecchie hit" che li hanno portati ad essere uno dei gruppi più importanti della scena punk italiana. Anche se non servono molte presentazioni, ecco la loro biografia.

Nascono nel 1994,
ma la formazione definitiva si ha con l’inserimento nel gruppo di Dani,
che permette al gruppo di trovare un equilibrio duraturo. Cominciano
così a comporre le loro prime canzoni che vengono pubblicate nel
demo-tape “Chi non combatte cade”, nel dicembre del 1995.

Poco dopo viene alla luce “Sogni e incubi” che viene accolto molto
bene nella scena italiana tanto da esaurire un migliaio di copie in
pochissimo tempo. A partire da questa produzione vengono affiancati
dalla Tube Records che li produce tutt’oggi. Nel 1997 esce “Cosa facciamo?”.  Anche la stampa e le radio cominciano ad interessarsi, frequenti i passaggi su Radio Lupo Solitario, Radio Onda d’Urto, Radio Popolare, Radio Sherwood, Radio Black Out, Controradio, Radio Onda Rossa e altredi alcune loro canzoni.

Nel 1999 registrano uno split con i Pay
co-prodotto da Sottosopra e Tube, e si dedicano anche al loro secondo
lavoro interamente prodotto dalla Tube Records e distribuito da Venus:
"Fino alla fine". Subito dopo l’uscita del cd il batterista "Rambo"
viene sostituito dal "Becio", ex KillJoint. Sempre nello stesso anno
esce la ristampa di "Sogni e Incubi" e vengono pubblicati loro canzoni
in compilation e sul Sampler di Rock Sound del febbraio 2000.

Le Porno Riviste decidono di ristampare il primo cd, che prende il
nome di "Sogni, incubi & la cosa inutile", con alcuni vecchi brani
rimasterizzati, e altri riregistrati e riadattati per l’occasione. Nel 2001
esce il disco "Codice a sbarre", seguito da un accordo per
l’organizzazione dei concerti con la Bloom Agency che li porterà ad
effettuare circa 100 concerti in un anno e mezzo. Lo stesso anno, una
dozzina di compilation pubblicano almeno un brano delle Porno Riviste.
Il 24 aprile del 2003
esce il loro ultimo disco, "Tensione 16", che ci mostra una loro
versione rivista e migliorata: la voce di Tommi diventa più ruvida e
cupa, i testi vertono più sulla denuncia sociale che sui meri fatti
personali, e la struttura delle canzoni è nettamente più curata.

Il 18 maggio 2007
pubblicano, in contemporanea con l’inizio del nuovo tour, l’LP "La
seconda possibilità", un album composto da undici brani. I testi sono
decisamente più introspettivi rispetto all’album precedente, e mostrano
aspetti nuovi delle personalità dei membri della band. Ne "La seconda
possibilità" generalmente non si giudica il mondo o il sistema, ma il
modo di pensare proprio di ogni singolo individuo; ogni canzone parla
di un tipo di persona dal quale il gruppo prende le distanze morali
(‘Un insetto’, ‘Stanze Vuote’), oppure di autoanalisi in certi casi
positiva in altri negativa (‘Voglio un cane’, ‘Dimmi’). Anche a livello
musicale si nota un lieve cambiamento di stile; i testi si amalgamano
armoniosamente con le melodie (caratteristica raramente richiesta dal
genere), e se Tommi mantiene in parte quel suo stile di voce ironico
pur ritornando ad un tono più naturale rispetto a "Tensione 16" (come
quello dei primi album), Dani mostra di saper modulare molto bene la
voce pur mantenendo la sua impostazione puramente punk.

 

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Sab 26 serata per Stand Up fo Jamaica

Sabato 26 gennaio al Capannone ritorna a farla da padrona la musica che proviene dall’isola giamaicana. Sarà una serata incentrata non solo sulla musica, ma anche di sensibilizzazione su tutto quello che sta succedendo in Giamaica. Infatti tutto viene organizzato per sostenere "Stand Up for Jamaica", un’associazione senza fini di lucro nata nel 1999, che porta avanti delle campagne di informazioni, raccolta fondi e sostegno per quanto riguarda la difesa dei diritti umani nell’isola, soprattutto sui detenuti rinchiusi nel braccio della morte. Per esempio è stata aperta una scuola a Spanish Town oppure aprire uno studio di registrazione nel Tower Street General Penitentiary di Kingston. La Giamaica non è solo reggae, ma soprattutto un’isola piena di problemi economici-sociali. Quindi oltre a trovare il banchetto informativo dell’associazione potrete assistere al concerto de "THE TICKLERS", band rocksteady vicentina. Finito il loro concerto per la prima volta al Capannone ci sarà la dancehall roots-reggae animata da ANTI COI GUANTI, da Treviso.

ANTI COI GUANTI ( www.myspace.com/anticoiguanti
Anti coi guanti, per chi non lo conoscesse, è un Dj/Mc, ma non solo
è
anche un cantante grazie al suo primo lavoro " Salva La foresta" . La
storia di Anti è molto, molto interessante. Chi gli ha chiesto il
perché avesse scelto questo nome, il Dj risponde: "Anti significa
essere contro il sistema ed avere comunque e sempre una posizione
costruttiva ed una possibile alternativa contro il potere di Babylon".
Combattere le ingiustizie ed i soprusi è il suo mestiere, i Guanti
stanno ad indicare la delicata posizione che Anti assume per tutelare i
lavoratori delle fabbriche al nord.
Il suo lavoro è delicato deve aver a che fare spesso, con politici ma
Anti, tanto non si sporca le mani, ha i Guanti. Naturalmente
sempre motivato e innovatore lui e’ contro ogni tipo di ingiustizia e
apartheid che era anche il suo slogan per i 10 anni di radio in
militant question..ex radio cooperativa di montebelluna ..radio
sherwood. Inarrestabile lo si ritrova dovunque con le sue serate, con
la sua
abilità di parlare alla gente riesce a coinvolgere la massive. Nessuno
più di Anti è capace di far questo ed allora dopo il suo avvicinamento
al movimento spirituale Rasta, lo ha reso più forte per lottare come un
soldato di Jah, per la tutelare la madre terra. Così il cantastorie
trevigiano incide il primo Ep di 5 traccie nel 2005. Le prime due
tracks Salva
la Foresta e la grande Foresta, si distinguono per la differente base a
seguire, "Vibrazioni" mentre " Bella Ciao" è il canto di battaglia che
porta avanti da anni per tutti gli operai .
"Salva la Foresta" è veramente una delle nuove tematiche che il reggae
italiano dovrebbe affrontare.
Presentato in anti-prima al Rototom Sunsplash alla Roots Yard , il
disco ha suscitato interesse sopratutto tra la massive che si avvicina
al reggae, non dimentichiamo che sono più di 5 anni che Anti, insieme
al Conscious Sound, e Rocciaman, lavorano duro affinchè in un festival
Europeo, ci sia sempre spazio per tanti sound Europei come nella Free
Yard@ Rototom link . Qui nella passata edizionedel 2006 sono stati ben
oltre 30 sounds system in 9 giorni.
E’ il fondatore della Roots Yard, insieme alla crew di Napoli (
ReggaeZion.com ,Reggae Revolution.it e Conscious Sound) una yard
situata all’interno del Rototom Sunsplash dove si può ascoltare Rooots
‘n Culture.e quest’ anno 07 con Rocciaman e i Dai Tosi e con il sound
da Pietra Ligure e il dj Luca , tanti amici e sound ha presentato la
YARD DI ANTI che accomuna la ex roots e free yard..innovando sempre lo
stile con i complimenti di tutti per le selezioni e musica,, Per chi
sottovaluta il suo stile di fare reggae, compie un grave errore, Anti
ha un grande capacità quella di farsi comprendere dalla gente, lottare
per essa e diffonde più di chiunque , messaggi sociali e spirituali.
Oggi Anti ha inciso 3 Ep "Salva la Foresta, Diritti, Libera anche te" e
un album dal titolo IO CI PENSO insieme al produttore Marco Berton di
Spazio55.

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La protesta è costata 300 denunce

Dal Giornale di Vicenza 22/01/08 

IL CASO DAL
MOLIN. Un anno e mezzo di occupazioni, blocchi e iniziative simboliche
del fronte del No: la Digos ha individuato numerosi reati e responsabili

La protesta è costata 300 denunce

di Diego Neri

In poco meno un anno e mezzo di proteste il fronte del
No Dal Molin ha collezionato finora quasi 300 denunce. È il dato che
emerge dai rapporti che la Digos ha in questi mesi inviato in procura
segnalando, persona per persona, i reati ipotizzati. Si va dalla
manifestazione non autorizzata all’invasione di edificio,
dall’occupazione abusiva al danneggiamento, passando per la resistenza
a pubblico ufficiale. Oltre alle singole identificazioni, la questura
ha anche segnalato alcuni episodi di gruppo, come l’invasione dei
binari il 16 gennaio 2007, la sera del cosiddetto Editto di Prodi, o il
danneggiamento compiuto dai writers durante il corteo del 15 dicembre
scorso. Gli ultimi casi sono il blitz in prefettura e il filo spinato
tagliato del Dal Molin.
Nella stragrande maggioranza dei casi, si
tratta di reati contravvenzionali che non finiranno probabilmente mai a
processo, ma si esauriranno con il pagamento di un decreto penale di
condanna (qualche centinaio di euro). Il presidio permanente di Ponte
Marchese e i comitati riferiscono di non aver ricevuto finora nessuna
comunicazione dalla procura.
Il procuratore Ivano Nelson Salvarani
fa un distinguo. «Alcuni reati sono contravvenzioni e seguono i tempi
della giustizia», precisa. «Per quelli più gravi, che prevedono
l’occupazione di edifici pubblici, come la prefettura, o la violenza su
cose e persone, agiremo con celerità. Le indagini saranno brevi», ha
raccomandato ai suoi magistrati che si occupano dei vari casi. I
fascicoli più importanti riguardano l’occupazione della Basilica
palladiana, quella dell’ex caserma Borghesi e l’invasione
dell’aeroporto nel giugno scorso, quando sessanta persone, tagliate le
reti, entrarono simbolicamente nell’area che divide quella militare
dalla strada. O ancora i blocchi alla bonifica. In questi mesi, il Dal
Molin ha rappresentato il maggior impegno per i detective della Digos,
guidati dal questore Giovanni Sarlo e dal dirigente Eduardo Cuozzo. Uno
dei loro compiti è stato quello di analizzare i filmati per dare nome e
cognome agli autori delle varie violazioni. E se, come hanno
annunciato, la strategia del fronte del No sarà quella di continuare
con azioni dimostrative sempre al limite fra lecito e illecito, è
prevedibile che il numero di denunce sarà destinato a continuare. Dal
15 dicembre in avanti ne sono state consegnate quasi un centinaio per
le ultime azioni di protesta contro la nuova base Usa.

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