da Carta: Vicenza in corteo per gli spazi sociali

sul sito di Carta (www.carta.org) è stato pubblicato un articolo in vista della manifestazione di sabato 2 febbraio per gli spazi sociali.


Vicenza in corteo per gli spazi sociali

Spazi sociali. Già dal nome meriterebbero l’attenzione di antropologi e
sociologi. Ma c’è chi si accontenterebbe se anche solo ricevessero
l’attenzione dei politici e delle amministrazioni cittadine.
Per portare l’attenzione sulla mancanza di spazi sociali a Vicenza, il
gruppo «Caserma no war» organizza sabato 2 febbraio una manifestazione,
con un corteo partendo alle 15 da piazza Matteotti arriverà davanti
all’ex-caserma Borghesi, a Borgo Casale.
In occasione della manifestazione europea dello scorso dicembre a
Vicenza, i ragazzi del collettivo–«un gruppo di giovani, studenti medi
e universitari, precari e lavoratori», come loro stessi si
definiscono–hanno occupato temporaneamente l’ex-caserma Borghesi,
trasformandola in «Caserma no war», un ostello dove accogliere i
manifestanti arrivati in città da tutta Europa. «L’occupazione della
caserma–precisa Teo, un ragazzo del collettivo–era finalizzata a
risolvere il problema logistico dell’ospitalità ai manifestanti, ma con
quell’iniziativa abbiamo anche voluto aprire un dibattito sugli spazi
sociali in città e in particolare sulle potenzialità degli spazi
militari riconvertiti ad uso civile».
Per proporre il loro progetto per lo spazio dell’ex-caserma
Borghesi–abbandonata da 10 anni e acquisita all’asta dalla Provincia
nel 2004 dal ministero della Difesa–e per lanciare la manifestazione di
sabato, il gruppo «Caserma no war» ha consegnato lo scorso martedì una
lettera aperta al presidente della Provincia, Attilio Schneck, alla
giunta e al consiglio provinciale di Vicenza. «A Vicenza mancano spazi
di socialità e di ritrovo–si legge nella lettera del collettivo–dove
poter dar sfogo alla propria creatività ed esprimersi liberamente nel
campo musicale, artistico e culturale, oltre che sportivo». Come fanno
notare i ragazzi del gruppo «Caserma no war», l’ex-caserma Borghesi–per
la sua estensione e per la posizione strategica nel centro
cittadino–può fornire servizi utili non solo ai giovani, ma anche al
quartiere e per tutta la cittadinanza.
Dei numerosi progetti di partecipazione e in favore dei giovani a lungo
esibiti dalle amministrazioni locali, nessuno è stato mai realizzato.
Alcune fonti locali parlano di un progetto della Provincia da
realizzare nell’area dell’ex-caserma Borghesi: d’intesa con la
fondazione Studi universitari si vorrebbe costruire delle residenze
universitarie, in vista di un aumento degli iscritti. Tuttavia il
progetto non è ancora stato presentato e si tratterebbe solo di una
proposta, come confermano le parole del forzista Nereo Galvanin,
assessore provinciale al patrimonio. «È solo un’ipotesi di lavoro»,
afferma l’assessore, che però aggiunge «abbiamo deciso di costituire un
gruppo di lavoro formato dai rappresentanti della fondazione Studi
universitari e dai dirigenti dell’edilizia scolastica della Provincia.
Ma al momento stiamo ancora ragionando sulla destinazione
dell’edificio».

I ragazzi del gruppo «Caserma no war»–molti dei quali hanno già
fatto esperienze di volontariato e gestione di spazi sociali–hanno
invece proposto un progetto concreto da attuare nell’ex-caserma
Borghesi. «Potremmo realizzare un doposcuola per i ragazzi più
giovani–dicono, e continuano–un laboratorio multimediale, un cineforum,
degli sportelli informativi per i cittadini e gli immigrati, uno spazio
di accoglienza per i senza tetto», le idee sono tante. Il gruppo
«Caserma no war» propone di gestire lo spazio secondo i tre principi
dell’autorecupero, l’autogestione e l’autofinanziamento.
Si inizia con la manifestazione di sabato pomeriggio, decisi a
continuare con determinazione per poter trasformare l’ex-caserma in
quello spazio sociale che a Vicenza è sempre mancato. Perchè i giovani
diventino protagonisti attivi della vita sociale in città e non
«consumatori passivi di un prodotto preconfezionato». In uno spazio
dove confrontarsi, partecipare, prendere decisioni condivise e
crescere, individualmente, ma anche collettivamente.

 

This entry was posted in rassegna stampa. Bookmark the permalink.