La protesta è costata 300 denunce

Dal Giornale di Vicenza 22/01/08 

IL CASO DAL
MOLIN. Un anno e mezzo di occupazioni, blocchi e iniziative simboliche
del fronte del No: la Digos ha individuato numerosi reati e responsabili

La protesta è costata 300 denunce

di Diego Neri

In poco meno un anno e mezzo di proteste il fronte del
No Dal Molin ha collezionato finora quasi 300 denunce. È il dato che
emerge dai rapporti che la Digos ha in questi mesi inviato in procura
segnalando, persona per persona, i reati ipotizzati. Si va dalla
manifestazione non autorizzata all’invasione di edificio,
dall’occupazione abusiva al danneggiamento, passando per la resistenza
a pubblico ufficiale. Oltre alle singole identificazioni, la questura
ha anche segnalato alcuni episodi di gruppo, come l’invasione dei
binari il 16 gennaio 2007, la sera del cosiddetto Editto di Prodi, o il
danneggiamento compiuto dai writers durante il corteo del 15 dicembre
scorso. Gli ultimi casi sono il blitz in prefettura e il filo spinato
tagliato del Dal Molin.
Nella stragrande maggioranza dei casi, si
tratta di reati contravvenzionali che non finiranno probabilmente mai a
processo, ma si esauriranno con il pagamento di un decreto penale di
condanna (qualche centinaio di euro). Il presidio permanente di Ponte
Marchese e i comitati riferiscono di non aver ricevuto finora nessuna
comunicazione dalla procura.
Il procuratore Ivano Nelson Salvarani
fa un distinguo. «Alcuni reati sono contravvenzioni e seguono i tempi
della giustizia», precisa. «Per quelli più gravi, che prevedono
l’occupazione di edifici pubblici, come la prefettura, o la violenza su
cose e persone, agiremo con celerità. Le indagini saranno brevi», ha
raccomandato ai suoi magistrati che si occupano dei vari casi. I
fascicoli più importanti riguardano l’occupazione della Basilica
palladiana, quella dell’ex caserma Borghesi e l’invasione
dell’aeroporto nel giugno scorso, quando sessanta persone, tagliate le
reti, entrarono simbolicamente nell’area che divide quella militare
dalla strada. O ancora i blocchi alla bonifica. In questi mesi, il Dal
Molin ha rappresentato il maggior impegno per i detective della Digos,
guidati dal questore Giovanni Sarlo e dal dirigente Eduardo Cuozzo. Uno
dei loro compiti è stato quello di analizzare i filmati per dare nome e
cognome agli autori delle varie violazioni. E se, come hanno
annunciato, la strategia del fronte del No sarà quella di continuare
con azioni dimostrative sempre al limite fra lecito e illecito, è
prevedibile che il numero di denunce sarà destinato a continuare. Dal
15 dicembre in avanti ne sono state consegnate quasi un centinaio per
le ultime azioni di protesta contro la nuova base Usa.

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