Sabato scorso la raccolta fime nei gazebi No Dal Molin è stato un successone. L’obiettivo 1000 firme è stato raggiunto sestuplicato!!! 6178 firme in un solo giorno, code ai banchetti per firmare, gente che vuole informarsi, gente che non devi nemmeno fermare e chiedere di firmare, perchè vengono diretti ai gazebi. Piazza Matteotti nel pomeriggio ha visto la nostra presenza e abbiamo caratterizzato il banchetto con la musica, i video, gli striscioni, e anche da noi hanno firmato in tanti. Un gran successo e soprattutto una grande risposta agli attacchi della procura vicentina di questi giorni a dimostrazione che il presidio non è isolato, non rappresenta un gruppetto di estremisti, ma è ben inserito nel tessuto sociale della città.
Con un grande atto di coraggio e di apertura della campagna elettorale nell’ultimo giorno del suo temporaneo mandato da Sindaco Sorrentino ha firmato l’ordinanza di sgombero del presidio, usando come al solito pretesti burocratici legati a presunti abusi edilizi per in realtà lanciare l’ennesimo attacco al presidio e a questa esperienza di democrazia.
LA DEMOCRAZIA NON SI DEMOLISCE
E’ singolare che la Giunta
comunale presenti l’ordinanza di sgombero e demolizione al Presidio
Permanente nel giorno in cui lascia Palazzo Trissino; Sorrentino, che
avrebbe voluto continuare a mangiare astici sulle spalle dei vicentini,
era nero d’invidia: lui se ne va, mentre il Presidio resta.
Una
Giunta sola e isolata chiede la demolizione di uno spazio nel quale, la
stessa mattina, sono state presentate le 6178 firme raccolte nel solo
giorno di sabato 23 febbraio a sostegno delle iniziative del Presidio
Permanente: da una parte la tristezza e la solitudine, dall’altra la
partecipazione e la democrazia.
La destra vicentina apre la
campagna elettorale nel modo che più gli si addice: puntando l’indice
contro un luogo di democrazia e partecipazione che, in questi mesi, è
diventato la casa di quanti vogliono difendere Vicenza dalla
militarizzazione e dalla devastazione ambientale. Un atto sciocco,
perché tutti sanno che il Presidio Permanente non sarà demolito né
spostato di un millimetro fino a quando il movimento che lo ha eletto a
simbolo non avrà raggiunto il proprio obiettivo: quello di impedire la
realizzazione della nuova base militare statunitense.
Un atto di
arroganza, per compiacere ancora una volta l’armata a stelle e strisce,
messo in pratica nell’ultimo giorno di amministrazione della Giunta; e,
del resto, chi ha svenduto Vicenza tradendo la volontà popolare non
poteva che tirare il sasso e togliere la mano.
La Giunta se ne è
andata, ma il Presidio Permanente è ben saldo a Ponte Marchese; le
bandiere del No Dal Molin che continuano a sventolare sopra ai tendoni
dove ogni settimana si riuniscono centinaia di persone sono la miglior
risposta a chi vorrebbe demolire la democrazia per permettere la
costruzione di una nuova base di guerra.
Presidio Permanente, Vicenza, 26 febbraio 2008