BASE USA
VICENZA
COMIPAR: QUANTA
CONFUSIONE
Ad ovest è meglio
che a est. Più lontani dalla trafficata Via S. Antonino: occhio non vede, cuore
non duole, avranno pensato i componenti del Comipar nel chiuso delle loro
stanze.
Una vera e
propria rivoluzione, firmata Paolo Costa. Cinquanta metri fan la differenza:
distruzione della falda acquifera? Cementificazione del territorio? Stoccaggio
di armamenti? Militarizzazione della città? La «decisione democratica», come la
definisce il commissario, di realizzare la base Usa non prevede questi problemi.
Tra dieci anni li chiameranno «effetti collaterali», come i morti che causano le
loro bombe.
La decisione
odierna del Comipar è del tutto priva di significato nella babele di posizioni
che, in queste settimane, sta attraversando i promotori della militarizzazione
della città berica; il commissario Costa parla di “decisione democratica”: dovrà
accettare che, in democrazia, possa esserci la maggioranza della comunità locale
che continua ad opporsi alla realizzazione dei progetti statunitensi. E questa,
attualmente, è anche l’unica certezza dell’intera vicenda: la nuova base Usa non
si realizzerà perché tanti cittadini sono determinati ad impedirlo.
Presidio Permanente, Vicenza, 19
novembre 2007