Se la nuova base militare destinata a Vicenza fosse alimentata da
energie rinnovabili, costruita con materiali ecologici e perfettamente
coibentata, avremmo un bel po’ di problemi in meno. Potremmo parlare
“solo” di guerra, meccanismi di ordine mondiale, progetti di dominio
territoriale…
Ma le cose non stanno così e il discutibile fine della “Ederle 2” va a
braccetto con il suo cattivo funzionamento. Quest’ultimo, però, non si
presta ad ogni tipo di idea, opinione, ideologia o teoria. Si tratta di
cifre: dati scritti per mano americana e rilevazioni di esperti
italiani mai smentite dai colleghi statunitensi. E se questa è la
realtà, allora diamo un po’ i numeri!
Facciamolo con ordine, esaminando punto per punto ciò che servirebbe
per la nuova base USA, come hanno fatto i tecnici del movimento No Dal
Molin.
Elettricità: l’allacciamento della corrente elettrica costerebbe
9.360.000 euro, di cui poco più di un quindicesimo pagato dagli
statunitensi, tutto il resto (8.730.000 euro) dall’AIM, ovvero da noi
vicentini. Inoltre, le basi USA acquistano l’energia elettrica in
esenzione di tasse e con tariffe agevolate.
Fognature: l’allacciamento alla rete fognaria costerebbe ancora
di più e sarebbe interamente a carico di AIM, cioè di noi vicentini. In
aggiunta, i costi per l’utilizzo del depuratore (oltre 500.000 euro
annui) se li aggiudicherebbero i vicentini, di nuovo.
Acqua: la nuova base USA ha chiesto da un minimo di 60 ad un
massimo di 260 litri/secondo. AIM oggi può servire 7 litri/secondo e
con una nuova linea potrebbe arrivare a 30. La quantità d’acqua
richiesta è troppo onerosa per la nostra falda acquifera. Senza contare
che i costi, circa 350.000 euro, sarebbero sostenuti dai vicentini
tramite AIM.
Gas: lo fornirebbero AIM-AMCPS, usando le tasse dei vicentini.
Telefonia: idem
Immondizie: allo smaltimento di rifiuti e immondizie provvederebbe ancora AIM.
Strade: alla manutenzione delle strade ci penserebbe invece AMCPS, ma poco cambia perché la paghiamo sempre noi vicentini con le tasse.
Spese di gestione: il 41% dei costi di gestione delle basi Usa
sono a carico del paese che le ospita. Solo per la Ederle l’Italia paga
già 65 milioni di euro annui.
Consumi, spese e bollette: ma possibile che non ci guadagniamo nemmeno
un euro? Gli statunitensi non portavano “schei”? Sì un po’ di soldi ne
portano, anche se nulla in confronto a quelli che ci fanno spendere. Ma
il problema principale è: dove vanno a finire questi dollari?
Affari: generalmente intorno alle basi USA, autosufficienti in tutto, non fioriscono attività commerciali.
Posti di lavoro: oggi circa 700 cittadini vicentini lavorano
direttamente per gli statunitensi, con stipendi per 23 milioni di euro
annui. Ma se i 65 milioni di euro/anno da noi spesi per mantenere la
Ederle venissero investiti in Sanità, Protezione Civile, Scuola e altri
servizi per la cittadinanza si creerebbero oltre 2000 posti di lavoro.
Investimenti: dei 475 milioni di euro definitivamente destinati
dal Congresso Americano ad opere edili (tra cui costruzione della nuova
base militare ed alloggi per le famiglie dei soldati, ristrutturazione
Ederle e Site Pluto) solo 45 milioni li guadagnerebbero ditte
vicentine, mentre il grosso del bottino, ben 430 milioni di euro,
andrebbe a C.m.c. e Lega delle Cooperative, altre ditte non venete e
ditte straniere.
Spese annuali sul territorio: attualmente, le entrate che la
città registra grazie all’utilizzo di infrastrutture, beni e servizi e
agli affitti statunitensi sono pari a 127 milioni di euro. Dopo la
realizzazione di nuovi villaggi, strutture ricreative ed altri
aggiustamenti tecnici previsti, le spese statunitensi sul territorio si
ridurrebbero da 127 a 50 milioni di euro/anno. Le 13.400 aziende che
operano a Vicenza fatturano 7.000 milioni di euro/anno. Questi 50
milioni rappresenterebbero lo 0,7% dell’economia vicentina.
Sembriamo venali? Bene, veniamo a problemi di tipo non pecuniario.
Inquinamento: secondo l’EPA (l’agenzia per la protezione
dell’ambiente incaricata dal Congresso statunitense di potenziare e far
rispettare le leggi in materia) le basi militari rappresentano il
maggior inquinatore degli Stati Uniti, producono rifiuti dal gravissimo
impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini (si pensi ai
periclorati e al TCE). Gli ordini imposti dell’EPA sono stati in
passato disattesi dal Pentagono che si è rifiutato di bonificare basi e
firmare accordi previsti per legge.
Falda acquifera: data la scarsa consistenza del terreno su cui
si è scelto di costruire l’insediamento militare, risulterebbe
necessario piantare migliaia di pali di consolidamento fino ad una
profondità di venti metri. Questi, uniti al previsto tunnel della
“tangenziale nord” che passerebbe sotto alla base militare (a circa 40
metri di profondità), creerebbero una barriera allo scorrimento
dell’acqua che costituisce la preziosa falda acquifera che serve le
zone di Vicenza, Padova e Rovigo. A nord della barriera la falda
crescerebbe mentre a sud subirebbe un abbassamento.
Abitazioni e capannoni industriali: queste modificazioni della
falda e del terreno porterebbero le costruzioni ad abbassarsi da un
lato e ad alzarsi dall’altro. Pochi millimetri possono essere
sufficienti a provocare danni ingenti ad ogni tipo d’edificio.
Impunità: come insegna il Cermis, i reati commessi da soldati
statunitensi, anche all’esterno delle basi, non sono soggetti alla
giurisdizione italiana.
Sofferenza psichica: i casi di disagio sociale e mentale non si
contano tra i reduci di guerra. Vicenza ha conosciuto prima di altre
città la diffusione di droghe pesanti, proprio grazie ai reduci del
Vietnam.
Insomma, se la matematica non è un’opinione, da tutti questi numeri
ricaviamo l’ennesima carrellata di motivazioni per essere contrari alla
nuova base militare e andare a votare Sì alla consultazione del
prossimo 5 ottobre.
Sì, l’aria deve restare pulita!
Sì, la falda acquifera deve continuare a dare acqua ai cittadini!
Sì, AIM deve fornire servizi utili alla comunità vicentina!
Sì, AMCPS deve essere libera da ingenti spese aggiuntive che non portano vantaggi alla cittadinanza!
Sì, il 100% delle nostre tasse deve servire per fini da noi condivisi!
Sì, le sofferenze psichiche vanno alleviate e non incrementate!
Sì, siamo contrari alla base militare!
A meno che non si decida di usare due pesi e due misure, come fanno gli
statunitensi che qui vorrebbero costruire basi militari nel cuore di
una città UNESCO mentre negli States le situano ad almeno 30 km dai
centri urbani.