Quest’anno la parata fascista per la commemorazione dell’eccidio di Schio non si è svolta. La Questura di Vicenza ha vietato la manifestazione e la possibilità di accedere al Sacrario militare. L’unica cosa permessa era una delegazione di una decina di persone davanti alla biblioteca per depositare una corona di fiori. I circa 400 fascisti (molti meno rispetto gli anni passati) hanno dovuto accontentarsi di una messa celebrata nel piazzale dell’Hotel Noris in piena zona industriale. Se la parata non si è svolta bisogna dire che merito va anche a chi in questi anni si è sempre opposto a questa vergogna e anche quest’anno ha organizzato una serie di iniziative. Basti pensare alla proiezione di Nazirock e il concerto della Banda Bassotti organizzata da Rifondazione, al convegno sulla sicurezza e il concerto degli Assalti Frontali organizzati da Arcadia.
Visto il precedente dell’anno scorso, in cui la parata era vietata, ma di fatto l’hanno fatta lo stesso, quest’anno non ci si è fidati fino in fondo e quindi sabato pomeriggio è stata svolta un’iniziativa di vigilanza dal basso del divieto della parata. Come "rete delle nuove comunità" verso le 16 ci siamo presentati in una quarantina davanti all’ingresso della biblioteca civica (chiusa per "motivi tecnici") per improvvisare una conferenza stampa e una sorta di presidio permanente per garantire dal basso che i fascisti il giorno dopo non sfilassero. Abbiamo attaccato striscioni, dato volantini, mangiato pan e sopressa per oltre quattro ore. Abbiamo abbandonato il presidio solo quando la questura di Vicenza ha notificato un secondo divieto ad Alex Cioni per la parata. E’ stato importante quindi mobilitarsi perchè ci ha permesso di ottenere un’ulteriore garanzia che la parata non venisse fatta. Domenica mattina poi eravamo comunque presenti in centro a Schio per verificare che non avvenissero provocazioni o che il centro cittadino diventasse luogo di scorribande fasciste.