Lunedì sera in circa una cinquantina abbiamo effettuato un biltz durante un convegno della Lega sulla
sicurezza al teatro civico di Schio. Con le penne da indiani in testa
per prendere in giro il famoso manifesto elettorale della Lega
contro l’immigrazione e la bandiera veneta con il leone di San Marcos,
siamo entrati nel palazzo del teatro ed arrivati alla porta della sala,
dove si stava svolgendo il congresso. Tra scorta del sottosegretario, carabinieri, qualche poliziotto, vigili e "security" della
lega non è stato materialmente possibile entrare dentro la sala, ma
abbiamo cominciato a disturbare sonoramente il convegno, a cui erano
presenti il sindaco di Cittadella Bitonci, il sen. Franco, un
sottosegretario agli interni leghista. Per oltre mezz’ora sono stati
lanciati cori contro i razzisti della Lega e canti che si sentivano
dentro la sala. Nel frattempo è stato attaccato uno striscione dal
balcone del teatro con scritto "sul vostro concetto di sicurezza abbiamo
qualche riserva". Dopo aver letto il decreto di espulsione nei confronti
dei razzisti dal nostro territorio ce ne siamo andati.
E’ stato importante mobilitarsi ed è stato
raggiunto l’obiettivo, sulla scia dei recenti fatti di Mestre e Padova,
di riuscire a contestare e a dar fastidio alla Lega in ogni occasione possibile nei nostri territori per creare un clima di nemicità nei
confronti degli intolleranti.
E’ di oggi la notizia leggendo i giornali che la Lega ha fatto denuncia per il furto di una bandiera della Regione Veneto. E’ tutto falso, la bandiera era stata portata dai manifestanti tanto che il leone aveva il passamontagna a simboleggiare San Marcos. La bandiera del Veneto non è un’esclusiva e tantomeno un simbolo della Lega e della sua ideologia razzista e xenofoba. Comunque di seguito troverete l’articolo del Giornale di Vicenza di oggi e il comunicato degli antirazzisti scledensi, che lanciano due appuntamenti a fine mese sul tema della sicurezza. Un dibattito il 27 giugno a Palazzo Toaldi Capra, intitolato „Sicurezza? Tra politiche securitarie e violenza
delle nuove destre“ e il concerto degli Assalti Frontali il 28 giugno.
CONVEGNO/1. Contro-manifestazione non autorizzata durante l’incontro al
teatro Civico con esponenti di Governo
Sicurezza, blitz no global “Espulsa” la Lega Nord
«Decreto di espulsione per razzismo». In quaranta vestiti da indiani
hanno tentato l’assalto alla sala
Non riuscendo a entrare hanno lanciato slogan contro il gruppo politico e la Padania.
Denunciati anche per il furto di una bandiera. La Digos sta identificando i contestatori
Mauro Sartori
I giovani della sinistra radicale consegnano ai leghisti un “decreto di
espulsione dal territorio scledense per razzismo" e si beccano una
denuncia per furto di una bandiera della Regione Veneto e per
manifestazione non autorizzata.
Carabinieri di Schio e Digos stanno procedendo all’identificazione di
una quarantina di contestatori che, camuffati in parte da indiani,
l’altra sera verso le 22,30 hanno preso d’assalto il “forte Apache"
padano al teatro Civico. Nella sala Calendoli era in corso un convegno
sulla sicurezza cui partecipavano rappresentanti del Governo ed
esponenti politici locali.
Un blitz in piena regola, con gli “indiani" fermati dalle forze
dell’ordine prima dell’ingresso in sala. Da lì, non riuscendo a
consegnare personalmente il “decreto di espulsione" accuratamente
confezionato, hanno lanciato slogan tipo “Fuori i razzisti dal Veneto" e
“La Padania non esiste", mettendosi a cantare “Me compare giacometo" per
disturbare i relatori.
A replicare dai microfoni ci ha pensato il senatore Paolo Franco, che li
ha bollati come «nullafacenti. Così avvalorano le nostre tesi
sull’emergenza sicurezza».
Ieri la Lega ha formalizzato la denuncia contro ignoti per il furto
della bandiera veneta esposta sul pennone del Civico, poi fatta
sventolare da un balcone e non riconsegnata. Al furto si aggiunge
l’aggravante della manifestazione non autorizzata.
È “Schio antirazzista" a rivendicare il gesto: «Una contestazione a chi,
legittimato, evoca mostri, innalza il terrore e la paura. Abbiamo
decretato l’espulsione della Lega per aver violato recidivamente vari
articoli della nostra costituzione». Il sindaco Luigi Dalla Via:
«Condanno gli atteggiamenti perché non hanno nulla a che vedere con la
politica e sono la negazione del confronto democratico»
Non abbiamo parole per esprimere il senso di stupore e di rabbia mista a
timore per come stia diventando pesante il clima in questo paese. E’
inaccettabile che una cinquantina di persone, giovani, padri e madri,
venga perseguita per manifestazione non autorizzata e furto per aver
semplicemente contestato un partito politico come la Lega e il suo
pacchetto sicurezza da far invidia ad uno stato totalitario.
Innanzi tutto, siamo saliti tranquillamente e la bandiera di "S.Marcos",
e non di S. Marco, l’abbiamo portata noi proprio per sventolarla.
Eravamo truccati da „indiani“ e volevamo consegnare ai razzisti il
decreto di espulsione da questa Regione.
Cos‘abbiamo fatto di male? Aver contestato un senatore, un sindaco, un
sottosegretario è reato? Forse è una norma presente nel nuovo pacchetto
sicurezza?
Adesso si mira anche a criminalizzare il dissenso pacifico: il governo
autoritario ritorna a far capolino, aizzato da un partito come la Lega,
che di reati costituzionali ne ha commessi a valanga!
Noi siamo quei precari, quegli studenti, quei lavoratori che vogliono
"vivere vivendo" e non "vivere morendo"! Siamo quelli che stanno dalla
parte del debole, dell‘emarginato, di chi viene „usato“ come capro
espiatorio, di chi viene „additato“ come malessere della società!
Dietro al concetto di sicurezza, che la Lega continua a sbandierare
fomentando giorno dopo giorno un clima di terrore tra la gente, ci
stanno razzismo e xenofobia, che contraddistinguono questo partito da
anni. La Lega cerca di legittimare il rifiuto per ciò che è diverso e
tutte quelle politiche che sono vere e proprie negazioni dei diritti
fondamentali e universali: dai cpt al reato di clandestinità. Non
dimentichiamo poi l‘emendamento sull‘uso dei militari in città , altro
esempio di gestione totalitaria della società, mentre l‘emendamento
„salva premier“ è un‘offesa a tutti i cittadini.
La nostra invece è una prospettiva interculturale, non limitata alla
convivenza tra le culture, ma arrichita dal dialogo, dall‘interazione e
dallo scambio. Nella diversità noi vediamo ricchezza!
Due pesi e due misure insomma: chi difende veramente il territorio
veneto dagli stupri di questi personaggi in camicia verde viene
criminalizzato, mentre loro, anche quando bloccano i lavori per la
costruzione di un‘area al servizio delle comunità sinte o rom a Mestre,
passano inermi sotto la fauci della giustizia, riuscendo magari a
congelare qualche processo che hanno sulle spalle.
Al senatore Franco non diamo neanche risposta, ci fa quasi pena la sua
ignoranza, mentre ci preoccupiamo seriamente di tutte quelle forze
politiche che dovrebbero tentare di ricacciare queste ideologie
xenofobe, le quali alimentano la vera insicurezza nelle città(vedi come
esempio l‘assassinio di Nicola Tommasoli a Verona).
Dov‘è la democrazia quando si tenta di esprimere un dissenso e si viene
criminalizzati?
La negazione della politica e della democrazia avviene quando il "Far
west" tanto caro alla Lega avrà la legittimazione di estendersi nei
nostri territori. Non potremmo nemmeno uscire con la faccia dalla
finestra: qualcuno ci sparerà per legittima difesa!
Queste „intimidazioni giudiziarie“ evocano un effetto contrario, infatti
ci stimolano ancora di più nel lavorare con chi viene emarginato e
contro chi discrimina e reprime!
Lo faremo immediatamente, con un dibattito il 27 giugno al Toaldi Capra
ore 20:30, dal titolo „Sicurezza? Tra politiche securitarie e violenza
delle nuove destre.“ Il giorno dopo organizzeremo „la festa della
socialità“ con un famoso gruppo romano: gli „Assalti Frontali" presso la
zona „le fontane“ vicino alla stazione delle corriere a Schio.
Antirazzisti scledensi