Questa mattina Veltroni è venuto a Vicenza per la sua campagna
elettorale. Non è stata una visita tranquilla tra ali di sostenitori
festanti. Oltre ai soliti fans di Veltroni, ce n’era un gruppetto un
po’ particolare: i Panzer Divisionen venuti a chiedere a Veltroni più
cherosene, il Dal Molin, MA ANCHE una base militare della marina al
lago di Fimon e più guerra, perchè a Vicenza non ci accontentiamo della
Ederle, del Dal Molin, della Pluto e della Fontega. I Panzer Divisionen
non sono stati fatti entrare all’auditorium Cannetti nonostante fossero
vestiti bene e volessero ricordare a Walter che "un altro disastro
ambientale si può fare". Veltroni ha pensato bene, quando è arrivato,
di correre dentro subito al Cannetti senza nemmeno salutare i fans. I
Panzer Divisionen non si sono persi d’animo e hanno aspettato con
pazienza l’uscita del loro idolo. In Piazza Matteotti era parcheggiato
il pullman di Veltroni, MA ANCHE un altro pullman pubblicitario.
C’erano un po’ di fans veltroniani, MA ANCHE tanta polizia. Verso le
11.15 si intravede uscire dal teatro olimpico una folla di giornalisti,
vuol dire che c’è anche Walter. Mentre i fans ultracinquantenni di
Veltroni si preparavano a festeggiare il suo passaggio, due persone del
presidio, facendosi beffa del servizio di sicurezza, riescono a salire
sul pullman di Veltroni. Non solo sono saliti, MA ANCHE si sono seduti
attendendo l’arrivo del leader del Pd per avere un incontro. Invece di
Walter salgono sul pullman carabinieri e poliziotti in borghese che con
le maniere forti e la violenza portano fuori di peso i due
manifestanti. Non è vero come stanno gestendo i media, che non sono
riusciti a salire sul pullman, sono saliti eccome rimanendoci alcuni
minuti. Uno dei due c’ha rimesso la giacca, strappata dalle forze
dell’ordine. Alla richiesta di "liberare" il manifestante trattenuto,
la polizia ha risposto con spintoni, calci e pugni, allontanando i
manifestanti. Poi ci si è messi davanti alla macchina della Digos per
impedire che il manifestante fosse portato in questura e anche qui
spintoni e strattonamenti. Ecco ancora una volta la dimostrazione della
concezione del Pd di democrazia: botte e una persona portata in
questura. Ci siamo immediatamente recati tutti fuori dalla Questura per
richiedere il rilascio immediato e dopo circa un’ora il manifestante è
stato rilasciato. La giornata non è conclusa qui: tutti alle 20.30 in
prefettura contro il disastro ambientale dell’oleodotto.
Di seguito il comunicato del Presidio a commento della contestazione a Veltroni…
“Una nuova base navale al lago di Fimon? Si può fare”. “Un nuovo
oleodotto militare? Si può fare”. “Un nuovo disastro ambientale? Si può
fare”. Sono alcune delle frasi esposte questa mattina a Vicenza dai
cittadini che hanno contestato Walter Veltroni, in visita nella città
berica.
Pochi giorni fa, in un’intervista, il candidato alla Presidenza del
Consiglio aveva ribadito la posizione del PD: la nuova base Usa a
Vicenza si farà. Affermazioni smentite da un incontro avvenuto oggi tra
alcuni rappresentanti del presidio permanente con una consigliere dello
stesso Veltroni. Giochi di parole, panegirici, zone d’ombra, lontananza
dalle istanze della cittadinanza, sono stati solo alcuni degli
atteggiamenti assunti dal Partito Democratico e dai suoi rappresentanti.
Un nutrito gruppo di cittadini si è incaricato di ricordargli la
posizione dei vicentini, usando l’ironia per smascherare gli spot
elettorali infarciti di concetti come democrazia e partecipazione.
Intanto due manifestanti sono riusciti ad entrare nel pullman che
accompagna Veltroni nel suo tour e a sedersi in attesa di essere
ascoltati dal candidato. Sedersi nel pullman del Candidato alla
Presidenza del Consiglio: si può fare? Evidentemente no, dato che i due
manifestanti sono stati condotti fuori dalla “cosa verde” a quattro
ruote in malo modo. La partenza è stata infatti ritardata finché le
forze dell’ordine hanno espulso i due, sottraendo poi con la forza alla
folla un attivista e
mettendolo in stato di fermo. La manifestazione si è quindi trasferita
ai cancelli della Questura, da cui il fermato è uscito dopo circa
un’ora accolto dai manifestanti.
Veltroni ha fatto la sua scelta: eludere la questione, difendere gli
interessi militari statunitensi e i profitti economici di quegli
imprenditori – capeggiati dal candidato Calearo – che sperano di fare
qualche affare sulle spalle dei vicentini. Una scelta che, però,
Vicenza non accetta: la nuova base al Dal Molin non si farà.
Vicenza libera dalle servitù militari e da quanti vogliono imporle un progetto devastante e pericoloso.
Vicenza, 11 marzo 2008