Lo sciopero è un comportamento diseducativo

"Lo sciopero in orario di lavoro è un comportamento fortemente 
diseducativo nei confronti dei bambini"
Questa è la frase che l'ass. Donazzan ha detto alle maestre di Santorso 
ieri pomeriggio durante il Festival "Città impresa" a Schio.
Ieri è stata una bella giornata di mobilitazione a difesa della scuola 
pubblica sia per i numeri e sia perchè seppur in momenti diversi ha 
visto mobilitarsi il mondo della scuola.
La mattina un corteo di oltre 500 studenti (un centinaio da Vicenza) ha 
attraversato il centro aperto dallo striscione "La scuola non è 
un'impresa! Gelmini indesiderata!" Si è arrivati poi davanti al 
Lanificio Conte, palazzo dove si tenevano i vari convegni tra cui quello 
che nel pomeriggio dove ospitare Gelminator. Qui c'è stato un lancio di 
fiori verso il Lanificio a simboleggiare che quel luogo con 
l'esaltazione della scuola azienda, della legge Aprea, dell'inserimento 
degli industriali nella gestione scolastica, rappresenta la morte della 
scuola pubblica per tutti e di qualità. Oltre ai fiori è stato lanciato 
anche qualche uovo e un po' di ortaggi. La manifestazione si è chiusa 
nella vicina Piazza Falcone Borsellino con musica ed interventi.
Nel pomeriggio si è tenuto un presidio sempre in piazza Falcone 
Borsellino per controllare che l'assenza della Gelmini fosse vera. Qui i 
protagonisti indiscussi sono stati i bambini con i loro giochi. Dalle 
quattro si sono radunati bambini, insegnanti, studenti delle superiori, 
genitori con volantinaggi, striscioni, palloncini, giochi. Nel frattempo 
alcuni insegnanti si sono intruffolati tra il pubblico del convegno a 
cui partecipava la Donazzan. Poca gente, quasi tutti addormentati a 
causa degli inteventi noiosi. L'obiettivo e la richiesta era quello di 
poter leggere un documento a difesa della scuola pubblica, scritto nei 
giorni precedenti collettivamente tra tutte le anime che avevano 
costruito questa giornata di mobilitazione. Ciò fatalità non è stato 
possibile per motivi di tempo. Le maestre hanno quindi raggiunto a fine 
convegno la Donazzan, la quale con la sua solita arroganza ha difeso la 
riforma con motivazioni deboli e sopratutto senza riscontri, limitandosi 
a sparare a zero contro le maestre sovversive e basta.
un po' di foto... la galleria completa la trovate su: http://www.globalproject.info/gal-19463.html 



l'iniziativa del pomeriggio in Piazza Falcone Borsellino 
 


 
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Londra G20, we can’t pay we won’t pay

Testo di Nicola Montagna*, tratto da globalproject

È probabilmente presto per capire se la giornata del 1
Aprile il G20 segna un nuovo inizio o sarà un episodio estemporaneo che
non avrà alcun seguito.
Indubbiamente, è stata di una giornata di
mobilitazione importante che ha saputo coniugare temi diversi, la crisi
finanziaria, il reddito, l’ambiente, la guerra, ed individuare nelle
istituzioni finanziarie uno dei principali se non il principale centro
di potere di questa nuova fase del capitale globale.
Il primo appuntamento per il Fools day, così è chiamato il primo giorno del mese d’aprile in Inghilterra, ribattezzato Financial Fools Day,
era fissato per le 11.00am. La partenza dei quattro cavalieri
dell’apocalisse era prevista da quattro punti diversi a ridosso della
City, il cuore finanziario di Londra. Il cavallo rosso della guerra si
sarebbe dovuto muovere da Moorgate; Il cavallo verde del caos climatico
ed ambientale si sarebbe dovuto muovere da Liverpool Street Station,
quello d’argento del caos e dei crimini finanziari da London Bridge, ed
infine, il cavallo nero contro la privatizzazione dei beni comuni e la
chiusura dei confini da Cannon Street.
Un altro corteo si è mosso
dall’ambasciata americana per raggiungere la centrale Trafalgar Square.
La polizia ha atteso che i quattro cortei, partecipati da diverse
migliaia di persone, raggiungessero il punto d’arrivo, la piazza
antistante la Banca d’Inghilterra, per chiudere le vie d’accesso ed
impedire ai manifestanti di uscire ed a chi era rimasto fuori di
entrare. In pochi minuti è stata costruita un’enorme prigione a cielo
aperto dove diverse migliaia di persone sono state incarcerate senza
capo d’accusa per alcune ore e private della loro libertà di movimento.

È così cominciato un lungo fronteggiamento, in diversi
punti della piazza, tra dimostranti e poliziotti presenti in diverse
migliaia (secondo fonti del ministero dell’interno c’erano più di
10.000 poliziotti incaricati di gestire l’ordine pubblico). Un punto di
svolta si avuto quando i ‘quattro cavalieri dell’apocalisse’ si sono
diretti verso una via laterale per cercare un varco e raggiungere il
"climate change camp", distante poche centinaia di metri, ed i
manifestanti hanno cominciato a premere contro i cordoni della polizia,
guadagnando alcuni preziosi metri di territorio ed arrivando davanti
alla sede della Royal Bank of Scotland, nei confronti della quale si è
scagliata la rabbia dei manifestanti.

Dopo alcune ore, la polizia ha allentato la morsa
permettendo ad alcune migliaia di persone di lasciare la piazza,
raggiungere altri luoghi della protesta e disperdersi per le vie della
City, che nel frattempo aveva assunto un aspetto irreale. Molti negozi,
ristoranti, bar ed istituzioni finanziarie, generalmente frequentati
dagli impiegati della City erano chiusi mentre le strade erano occupate
da una variegata e colorata moltitudine che rivendicava la City,
spingendosi nel ventre della bestia: la banca d’Inghilterra”.
Nonostante molta gente se ne fosse andata la protesta è continuata per
tutto il pomeriggio e la sera. Verso sera il ‘climate change camp’,
circondato da due cordoni della polizia, si era trasformato in una
festa mentre la piazza della Bank of England era stata nuovamente
chiusa e si ripetevano le cariche della polizia e gli arresti di
dimostranti. Alle 11 di sera la tensione intorno alla City si manteneva
elevata. La strada del "climate camp" era ancora occupata e la polizia
impediva a chiunque di avvicinarsi ed entrare eseguendo anche diversi
arresti (circa 90, la maggioranza dei quali avvenuti in serata e
durante la notte). Nel frattempo sui media ufficiali è stata diffusa la
notizia del ritrovamento di una persona in fin di vita nelle vicinanze
della Banca d’Inghilterra, successivamente deceduta all’arrivo in
ospedale.

* Lecturer in criminology alla Middlesex University, Londra.

Un video sulla giornata del 1 aprile a Londra:

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venerdì 10 in campo marzo

venerdì 10 marzo ritorna l’appuntamento "Una ronda non fa primavera" in Campo Marzo a partire dalle ore 21. Questa volta spazio all’hip hop. Maggiori dettagli nei prossimi giorni

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venerdì tutti a Schio!


Dal 2 al 5 aprile si terrà a Schio il “Festival delle città impresa”.
Tra i vari incontri spicca il Convegno del 3 aprile “A scuola di
innovazione – Per un nuovo rapporto tra università e Piccola e Media
Impresa”.
E’ un tema che riguarda fortemente la scuola.
Non a caso, oltre ad amministratori ed imprenditori  sono invitati
rettori universitari, l’Assessore all’Istruzione della Provincia di
Vicenza Martini, l’Assessore regionale all’Istruzione Donazzan e,
dulcis in fundo, la Ministra Gelmini.
L’idea  è creare una scuola-impresa, volta alla privatizzazione, e
soprattutto ridurre ancora gli investimenti per la scuola pubblica.
Eppure i dati del Ministero dell’Istruzione dicono che già la spesa per
la scuola nel nostro Paese è passata dal  4,0% del PIL negli anni ’90
al 2,8% di oggi. L’ITALIA SPENDE PER L’ISTRUZIONE MENO DELLA MEDIA dei
Paesi OCSE (dati CENSIS): il 9,7 % della Spesa Pubblica contro il 13,3
media paesi OCSE.

Non basta: la cosiddetta “riforma- Gelmini” vuole attuare un taglio
senza precedenti. Aumenterà il numero degli alunni per classe, le
materie tecniche verranno ridotte, diminuiranno le ore di scuola: non è
certo così che si aumenta la qualità.

Vogliamo ribadire che la scuola non è un’azienda e la sua qualità non
si misura dai risparmi attuati ma dagli investimenti realizzati.
Non vediamo nessuna innovazione nel progetto Gelmini anzi vediamo un
preoccupante regredire della scuola pubblica a suon di tagli di fondi e
di personale.
In questi mesi tutto il mondo della scuola attraverso manifestazioni,
assemblee, scioperi, raccolta di moduli d’iscrizione della buona
scuola, concerti e lezioni all’aperto si sta mobilitando per difendere
la scuola pubblica come bene comune.
E’ per questo che, in occasione del Festival delle città-impresa,
saremo ancora una volta in piazza per cercare di tutelare un bene che
appartiene davvero alla società intera: un bene comune per tutti e per
ciascuno.

sabato 28 marzo dalle ore 16.00 organizzeremo un sit-in con materiale informativo
venerdì 3 aprile ci sarà  una giornata di mobilitazione che si svolgerà in due tempi:
— IL MATTINO UN CORTEO PROVINCIALE  ATTRAVERSERA’ LE VIE DEL CENTRO
PER RIBADIRE L’OPPOSIZIONE ALLA RIFORMA GELMINI E AL PROGETTO DI LEGGE
APREA
–IL POMERIGGIO avrà luogo UN SIT-IN DI GENITORI, STUDENTI, BAMBINI, INSEGNANTI CON MOMENTI DI INTRATTINEMENTO E DI INFORMAZIONE

Alla fine della giornata, vogliamo che una nostra delegazione consegni e legga ai partecipanti del convegno un nostro documento.

L’ONDA NON SI FERMA!!
Cittadini per la scuola pubblica.

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Giovedì 2 aprile serata sul Chiapas

di seguito la presentazione delle brigate sanitarie in Chiapas

Brigate Sanitarie a sostegno del Sistema Sanitario Autonomo Zapatista
Estate 2009

Le Brigate sono aperte alla partecipazione di personale medico, studenti ed operatori sanitari.

“…no es necesario conquistar el mundo, basta con hacerlo de nuevo…”

Brigate sanitarie
Attualmente le comunità zapatiste hanno allestito all’interno dei
Caracoles strutture autonome per la formazione e l’ assistenza
sanitaria, in particolare cliniche e consultori.
Le precarie condizioni di salute della popolazione indigena che il
governo messicano, attraverso la "guerra di bassa intensità", vorrebbe
mantenere, sono assunte come priorità all’interno del programma di
salute comunitaria affinché si possa rispondere alle necessità della
situazione attuale locale.
Per questo gli zapatisti hanno preso in carico il tema della salute
formando i loro promotori sanitari che mantengono vivo lo studio e la
conoscenza della medicina tradizionale maya confrontandosi con quella
ufficiale.
Attraverso la nostra presenza invitiamo chi lavora nel settore
sanitario o chi desidera approfondire il sistema sanitario autonomo a
costruire uno spazio di condivisione su questi temi con i promotori
zapatisti e a visitare le strutture addette a tale compito.

Siamo inoltre impegnati in una
RACCOLTA MEDICINALI E STRUMENTAZIONE DA CONSEGNARE AL SISTEMA DI SALUTE AUTONOMA
Già nell’estate 2008 abbiamo consegnato un gran numero di medicinali
alla Giunta di Buon Governo del Caracul de La Realidad e alla Clinica
del Caracol de La Garrucha; insieme ai medicinali abbiamo fornito anche
apparecchiature mediche per la cura delle malattie respiratorie che
colpiscono soprattutto i bambini e gli anziani. Contiamo di portare
ancora medicinali e apparecchiature che servano al funzionamento delle
microcliniche presenti nei villaggi e che garantiscono il presidio
sanitario di prima assistenza.
RICHIESTE PARTICOLARI DEL SISTEMA SANITARIO AUTONOMO ZONA SELVA

Attrezzature
elettrocardiografo portatile
attrezzatura portatile per anestesia e rianimazione
elettrocoagulatore
Farmaci siero antivipera nella formulazione che non richiede la
conservazione in frigorifero e che è quindi facilmente trasportabile
anche per lunghi periodi

“Donde habia muerte, empieza a haber vida” sub comandante insurgente Marcos

Per l’estate 2009 L’Associazione Ya Basta propone la formazione di Brigate in diversi periodi tra agosto e primi di settembre.

Le Brigate saranno articolate in Corsi di Formazione per i Promotori di Salute divisi in tre livelli.
Sostegno alle consulte mediche.
Visita e conoscenza delle Strutture della Sanità Autonoma Zapatista

Le Brigate sanitarie sono coordinate da:
Marco Giusti fisioterapista responsabile Associazione Ya Basta Moltitudia Roma
Roberto Marinello pediatra responsabile Associazione Ya Basta Nord Est

Per contatti
yabasta@sherwood.it
moltitudia_yabasta@yahoo.it

Informazioni presso tutte le sedi dell’Associazione Ya Basta

 

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Ven 27 marzo: Una ronda non fa primavera

Incertezza, inquietudine e paura sono sentimenti che,
giustificati o meno, si stanno diffondendo sempre di più nella nostra
società attraversata da un’epocale crisi strutturale economica.
La
sicurezza è un diritto di tutti/e, ma il nocciolo della questione è
definire cosa è e soprattutto che politiche attuare per ottenerla.
Questo governo con la spinta della Lega Nord soffia sul bisogno di
sicurezza per promuovere maggiore controllo nelle nostre città.
Il
Pacchetto Sicurezza limita fortemente l’agibilità democratica e la
libertà di manifestazione, prevede misure sempre più restrittive per i
migranti ed introduce le famigerate ronde. Oltre a rimandare a una
giustizia "fai da te" da far west, le rifiutiamo, sia che siano
composte da ex-esponenti delle forze dell’ordine in pensione, sia
soprattutto se organizzate da partiti, come la Lega Nord, o da
movimenti di estrema destra, perché alimentano il razzismo e la
xenofobia per costruire il loro consenso politico.
La sicurezza va
affrontata con tutto un altro approccio. Il modo per rendere più sicura
la nostra città è rivitalizzarla, è vedere le piazze del centro e i
luoghi di ritrovo nei quartieri pieni di gente e ricchi di eventi di
socialità e di cultura.
In un contesto dove la precedente
amministrazione ha lasciato una mancanza luoghi di aggregazione,
stiamo, invece, assistendo in questo periodo a un aumento eccessivo dei
controlli proprio nei pochi luoghi di ritrovo del centro cittadino
attraversati e vissuti dai giovani. Quando si crea un minimo di
aggregazione in una piazzetta oppure davanti a un bar, tutto ciò
diventa immediatamente una minaccia al decoro e alla quiete pubblica
tanto da giustificare controlli dei documenti di massa e multe. Non è
certo questo il modo di rivitalizzare la nostra città, non è certo con
le ronde della Lega che come abbiamo visto in altre città non si
trasformano altro che in "passeggiate politiche" per trasformare reali
problemi delle città in campagna elettorale.
Venerdì 27 Marzo alla
sera a partire dalle ore 20.30 abbiamo organizzato un’iniziativa in
Campo Marzo, luogo considerato zona off-limits per i vicentini e
simbolo del degrado. Abbiamo intenzione di renderlo sicuro, ma a modo
nostro.
Non faremo nessuna ronda con le pettorine giallo
florescenti, ma alle 20.30 ci sarà la proiezione pubblica di "Camicie
Verdi", un documentario, che analizza la facciata pubblica e gli
scheletri nell’armadio della Lega Nord, da un populismo razzista e
xenofobo a ronde ed organizzazioni paramilitari. A seguire ci sarà
distribuzione di materiale informativo e un po’ di musica reggae con il
djset dei "Pink Rabbits Kill Soundsystem".

cittadini dell’Altrocomune

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Appello alla mobilitazione per l’arrivo della Gelmini a Schio!

Martedì 24 Marzo
Assemblea pubblica
ore 20 S.A. Arcadia
Via Paraiso 36 Schio(vi)

Dal 2 al 5 aprile si terrà a Schio il "Festival della
Città impresa" incentrato sulle idee e le strategie per uscire dalla
crisi. In particolare tra i vari incontri organizzati, spicca il
convegno di venerdì 3 aprile al Lanificio Conte "A scuola d’innovazione
per un nuovo rapporto tra Università e Pmi", che vedrà come ospiti il
presidente degli Industriali vicentini, i rettori dell’Università di
Padova e Venezia e soprattutto una certa Gelmini.
Noi, come
studenti che in questi mesi abbiamo surfato insieme a genitori,
maestri/e, professori, universitari nel movimentodell’Onda, non
possiamo accettare che il ministro della Distruzione pubblica venga a
Schio, in quanto ospite indesiderato.
Noi non vediamo nessuna
innovazione nel progetto di Gelmini, anzi vediamo un preoccupante
regredire della scuola pubblica a suon di tagli di fondi e di
personale, attraverso un impoverimento dell’offerta formativa con il
ritorno al maestro unico e a un modello repressivo con il ricatto del
voto in condotta.
Non è un caso poi che a questo convegno si
siedano allo stesso tavolo industriali e rettori, a sottolineare il
processo di mercificazione del sapere con la sempre più accentuata
introduzione di logiche aziendali nelle scuole. Ribadiamo che la scuola
non è un’azienda e la qualità della sua offerta formativa non si misura
in base alla percentuale di laureati o alla media dei voti con cui
escono i ragazzi dalla maturità. Bisogna opporsi poi al progetto di
legge Aprea, che vuole ad esempio introdurre nelle scuola il consiglio
d’amministrazione aperto anche al mondo imprenditoriale.
Ci
appelliamo quindi a tutto il mondo della scuola, a tutti quei
lavoratori, genitori, studenti medi ed universitari, che, per tutti
questi mesi attraverso manifestazioni, assemblee pubbliche,
volantinaggi, raccolta di moduli di iscrizione della "buona scuola",
lezioni e colazioni all’aperto, artistico in piazza, si stanno
mobilitando nel nostro territorio per difendere la scuola pubblica come
un bene comune.
Costruiamo assieme un percorso allargato di
mobilitazione che miri a rendere Schio territorio libero dal ministro
della D-istruzione e dai suoi progetti di devastazione da un lato e di
aziendalizzazione dall’altro dell’istruzione pubblica. Poi, partendo
dallo slogan delle mobilitazioni dell’Onda"noi la crisi non la
paghiamo", prendiamo questa occasione del festival di Schio per
cominciare a ragionare assieme dal basso su quali possono essere le
strategie per uscire dalla crisi.
Proponiamo la costruzione di una
giornata di mobilitazione per venerdì 3 aprile con una grande
manifestazione provinciale del mondo della scuola a Schio la mattina e
un’iniziativa al Lanificio Conte al pomeriggio prima e durante il
convegno per assicurarci che "Gelminator" stia lontana dai nostri
territori.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

NO ALLA LEGGE APREA E AI PROVVEDIMENTI "TREMONTI-GELMINI"

PER UNA SCUOLA PUBBLICA APERTA, GRATUITA, LAICA E DI QUALITA’

Studenti medi e universitari, personale
scolastico, docenti e insegnanti riuniti in un assemblea allo spazio
autogestito arcadia il 18 marzo

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Carta di Trieste: la libertà è tutto!

Siamo felici di aver costruito uno spazio realmente orizzontale e partecipato.
Venerdì 13, cinquecento persone, cittadini, operatori, consumatori,
insegnanti senza sigle ed appartenenze hanno riempito il Teatro Miela
per l’Assemblea Plenaria.

Ci rivolgiamo a tutti e a tutte, a chi c’era e a chi
non c’era anche se avrebbe voluto esserci ed invece ha dovuto andare
alla corte del sovrano.

Siamo all’anno zero. Il dibattito della Conferenza
Governativa ci riporta indietro di decenni. La Conferenza di Giovanardi
e Serpelloni, blindata da centinaia di poliziotti, come avevamo
previsto è stato uno spot di teorie che gli ultimi quindici anni di
lavoro vivo degli operatori e delle operartici hanno dimostrato essere
false e dannose.

Siamo convinti che quanto è successo al Teatro Miela
sia un punto di partenza imprescindibile per ricostruire dal basso una
teoria ed una pratica delle politiche sulle droghe e sul welfare
partecipate e reali. Il lavoro vivo degli operatori e delle operatrici,
messo in rete, può nei prossimi mesi dare corpo ad interventi che
mettano al centro la persona. Ci sentiamo di vivere un nuovo inizio e
torniamo al principio: mettere al centro la persona, la sua libertà e
la sua indipendenza, il suo diritto inalienabile
all’autodeterminazione.

Il potere, il governo, sono forti, anzi fortissimi. Ma
noi dobbiamo alzare la testa e metterci in cammino tutti insieme,
operatori del pubblico e del privato sociale, utilizzatori e cittadini.

Abbiamo, in questi giorni, discusso del ruolo
dell’operatore. La legge ed i processi di potere stanno trasformando i
servizi in centrali di controllo. Dentro questa logica dovremo
segnalare, controllare, rinchiudere, normalizzare. Questo è il campo di
azione dentro il quale, in rete, nei territori costruire iniziative e
pratiche.

La riduzione del danno, in linea con le politiche
europee deve avere dignità, insieme a prevenzione, cura e lotta alla
narcomafie. I soldi, che sono di tutti, devono essere investiti nella
prevenzione e per offrire opportunità alle persone, anziché per
controllare e reprimere, ed il servizio pubblico deve essere difeso.

In un Paese con questa legge non si può stare: la Fini-Giovanardi deve essere abrogata.

La persona e le sue scelte devono tornare al centro della questione e lo Stato non deve entrare nelle scelte delle persone.

Rivolgiamo un invito a tutte e a tutti per un nuovo appuntamento da costruire insieme per fine maggio a Genova.
Su la testa!

Gli uomini e le donne che hanno fatto l’ALTRA TRIESTE.

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Sicurezza è garanzia di diritti e libertà!

Incertezza, inquietudine e paura sono sentimenti che, giustificati o
meno, si stanno diffondendo sempre di più nella nostra società
attraversata da un’epocale crisi strutturale economica.
La sicurezza è un diritto di tutti/e, ma il nocciolo della questione è
definire cosa è e soprattutto che politiche attuare per ottenerla.
Per noi essere sicuri significa prima di tutto avere un reddito che ti
permetta di svolgere una vita dignitosa e tranquilla senza la
preoccupazione di non arrivare a fine mese.
Per noi essere sicuri significa avere una casa, riuscire a pagare il
mutuo o l’affitto senza essere costretti ad indebitarsi o rischiare di
finire in mezzo a una strada.
Per noi essere sicuri significa essere liberi di poter manifestare il
proprio pensiero e dissenso in ogni parte della mia città, in piazza
come in periferia, davanti a una base militare come davanti alla
prefettura.
Per noi essere sicuri significa una città viva con le piazze del centro
e i parchi di quartiere pieni di gente e di eventi culturali.
Per noi essere sicuri significa luoghi di aggregazione e socialità per giovani, anziani, dove dar protagonismo ai cittadini.
Per noi donne essere sicure significa vivere in una società, dove non
siamo considerate degli oggetti da possedere o da usare a piacimento
del primo che passa per strada oppure di un marito o fidanzato un po’
troppo focoso.
Per noi migranti essere sicuri significa essere considerati delle
persone e non solo delle braccia da lavoro. Significa anche poter
essere curati anche se non abbiamo i documenti in regola.
Per noi essere sicuri significa smettere di criminalizzare i
consumatori di sostanze stupefacenti ed affermare che le politiche
proibizioniste hanno portato non solo a una loro maggiore diffusione,
ma anche a un policonsumo indifferenziato con un preoccupante
abbassamento dell’età di chi le assume per la prima volta.
Non ci fa affatto sentire sicuri, anzi ci preoccupa vedere le vie della
nostra città attraversate dalle ronde soprattutto se organizzate da
partiti, come la Lega Nord, o da movimenti di estrema destra, che
alimentano il razzismo e la xenofobia per costruire il loro consenso
politico.
Costruiamo tutti insieme un percorso che, all’interno di questa crisi e
delle risposte repressive e securitarie del governo, miri ad opporsi al
decreto Maroni sulle manifestazioni; oppure a destinare fondi per
contrastare l’emergenza abitativa di questa città, invece di spendere
migliaia di euro in telecamere o per finanziare "scuole di ronde"; ed
infine soprattutto a combattere ed arginare subito politicamente e
culturalmente l’avanzata del razzismo e dei suoi diffusori.
Senza diritti e libertà non c’è sicurezza.

Capannone Sociale

Cominciamo a discuterne assieme 
durante la proiezione di "LA ZONA" e "TROPA DE ELITE"
rispettivamente Giovedì 12 Marzo e Domenica 15 Marzo al Presidio
Permanente No Dal Molin a partire dalle ore 21.

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Per un antiproibizionismo consapevole, Vicenza libera dal controllo!!

Da Giovedì 12 a Sabato 14 Marzo si terrà a Trieste la Conferenza
Governativa sulle tossicodipendenze. In realtà sarà il palcoscenico
dove legittimare le prossime politiche sulle sostanze, che hanno due
caratteristiche. La prima è che sono politiche che aumentano il
controllo nelle nostre città e sui nostri corpi e la seconda è che sono
politiche che non riguardano solo i "consumatori" di sostanze, ma tutta
la società.
In vista di questa conferenza proponiamo per la settimana prossima al
presidio permanente No Dal Molin la proiezione di due film, "LA ZONA" e
"TROPA DE ELITE", che vanno a toccare i temi della paranoia
securitaria, le ronde, le telecamere, dei metodi polizieschi applicati
nella "lotta contro la droga".

Un po’ di documenti per approfondire la questione:

Appello per la costruzione dell’Altra Conferenza a Trieste

Arrivederci a Trieste! di Don Andrea Gallo, Comunità San Benedetto al Porto

Un antiproibizionismo consapevole, per una città libera! Documento del Cso Pedro

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